La volta precedente che ci siamo occupati di Monica Setta è stato in occasione di Generazione Z, programma dedicato ai giovanissimi che incomprensibilmente andava in onda su Rai 2 (dove tra l’altro riprenderà) ben oltre la mezzanotte. Adesso torniamo a occuparci della giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva pugliese (che vanta in tempi lontani anche una collaborazione con questo giornale) per il suo nuovo programma, scritto con Simone Di Carlo e la regia di Fabrizio Cofrancesco, Storie di donne al bivio, che almeno in fatto di collocazione parte con il piede giusto. A differenza di Generazione Z, Storie di donne al bivio è senz’altro adatto alla seconda serata in cui è collocato il mercoledì per otto settimane sempre su Rai 2. Ma parte con il piede giusto anche per la conduttrice, che qui si trova particolarmente a suo agio nel conversare in modo amichevole con una serie di amiche e colleghe di cui sa tutto e alle quali non risparmia (contraccambiata) i complimenti. Ma è chiaro che si tratta di una scelta anche strategica per ottenere confidenze, confessioni su questioni spesso molto riservate, che altrimenti potrebbero essere negate. Finora si sono alternate donne dello spettacolo e dell’informazione: Rosanna Lambertucci, Nancy Brilli, Serena Autieri, Nadia Rinaldi, Paola Ferrari ed Emma D’Aquino. La conduttrice parla di storie forti, autentiche, inedite. E in effetti dalla Ferrari abbiamo ad esempio appreso di una sua gravidanza portata a termine nonostante le fosse stato consigliato d’abortire per una presunta malformazione grave della figlia in grembo che adesso, come dice lei, è la luce della sua vita e sta benissimo. Oppure della Rinaldi abbiamo saputo delle sue traversie sanitarie, ma anche, in chiave più leggera, di essere stata avviata allo spettacolo dalle suore di Sant’Orsola dove andava a scuola.
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