Scrivere e leggere per noi essere umani sono azioni indispensabili, che vanno ben oltre il giornalismo. Al punto che sono state paragonate al respirare. «Si inspira con la lettura e si espira con la scrittura». E questo respirare con le parole e i pensieri che entrano ed escono da noi, diventa comunicazione. Vita.Non avevamo però fatto i conti con i cambiamenti che il digitale avrebbe portato anche in questo aspetto delle nostre vite. Non so se ci avete fatto caso, ma soprattutto quando abbiamo in mano un cellulare o un tablet, quando leggiamo, dopo poche righe, facciamo scorrere col dito il testo sullo schermo. La chiamano lettura «a canguro». Perché, di media, ogni 5/10 righe facciamo fare un salto al testo, atterrando su un punto a caso di un blocco successivo. Ci comportiamo così perché le nostre azioni sono dominate dall’ansia, dalla fretta e dalla pigrizia. Col risultato che ci stiamo disabituando a leggere testi lunghi e articolati. Stessa cosa con la scrittura: come numero di caratteri mediamente scriviamo di più di un tempo ma lo facciamo utilizzando frasi sempre più brevi e spesso senza punteggiatura e/o infarcendo i nostri WhatsApp o sms di abbreviazioni e di emoji (i simboli come quello del cuore o della faccina che ride). Insomma, scriviamo male e leggiamo male. E uno dei risultati è che la nostra lettura resta in superficie. Si accontenta delle parti di testo più immediate e meno impegnative. Sul piano della scrittura stiamo vivendo un’ulteriore svolta. Merito o colpa della cosiddetta intelligenza artificiale applicata alla creazione di testi.
Gli assistenti di scrittura AI (cioè che usano l’intelligenza artificiale - ndr) sono uno degli strumenti che cambieranno il modo in cui scriveremo in futuro. Sono in grado di generare idee di contenuto su larga scala e fornire assistenza agli autori eliminando il blocco dello scrittore. Al giorno d’oggi, l’intelligenza artificiale viene utilizzata in molti campi diversi e può essere vista come uno strumento che aiuta le persone a svolgere molti compiti più velocemente e più facilmente.
Per esempio: basta digitare in uno dei tanti programmi di scrittura che usano l’AI anche pochi vocaboli (tipo: futuro, scrittura, intelligenza artificiale) per ricevere in meno di un secondo un testo come quello in corsivo che avete letto poco fa. E questo è il livello base. Perché sistemi come Rytr, Writer, WordTune o Lex (solo per citarne alcuni) sono in grado anche di fornire articoli, post per blog o contenuti social con il “tono” che preferiamo (professionale, scanzonato, creativo, entusiasta eccetera) e su qualunque tema. Uno dei più potenti sistemi di scrittura AI si chiama GPT-3. E presto sarà disponibile come integrazione di Word di Microsoft. Già oggi GPT-3 è in grado di sintetizzare lunghi testi per punti salienti, scrivere analisi, riassumere libri e ricerche e comporre articoli (comprese recensioni di libri, ristoranti e film). Ovviamente non è ancora perfetto. Ma ogni giorno migliora sempre di più. Con tutta probabilità ancora per un po’ non sarà in grado di scrivere analisi approfondite come farebbe un intellettuale, ma è facile intuire che, appena sarà disponibile in Word, diventerà un prezioso alleato di molti studenti (e non solo). Davanti a tutto ciò possiamo fuggire inorriditi oppure trovare il miglior modo (anche etico) di usare questi strumenti. In ogni caso, che ci piaccia o meno, tutto questo molto presto sarà presente in maniera massiccia nel nostro quotidiano, dando un altro scossone al nostro modo di scrivere e di leggere. E forse anche di trasmettere il pensiero. © riproduzione riservata
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