Scuole materne, in vista la “complementare”
giovedì 23 marzo 2023
R innovato il contratto nazionale di lavoro per il personale occupato nei servizi dell’infanzia e della prima infanzia delle scuole aderenti alla Federazione scuole materne – Fism. Il nuovo accordo, siglato il 1° marzo, dopo le consultazioni sul territorio dei sindacati, prevede un aumento di 80 euro lordi (media fra gli otto livelli di inquadramento) in due quote, a settembre 2022 e a settembre 2023. Ai nuovi stipendi sono aggiunti 15 euro a titolo di “anzianità” per i dipendenti che al 1° settembre 2023 risultano in servizio continuativo da almeno due anni presso lo stesso ente. Il contratto è valido per gli anni 2021-2023 e si applica ai 40mila operatori dipendenti da oltre 9.000 strutture che aderiscono alla Fism. Per la prima volta è inserito nell’accordo contrattuale un allegato che apre le porte alla previdenza complementare. Ai dipendenti interessati, circa 32.000, è offerta la facoltà di aderire al Fondo Espero, che già regola i pensionamenti integrativi nelle scuole statali, al fine di maturare una maggiore copertura pensionistica. L’iscrizione al Fondo avviene in maniera libera e volontaria, mediante un modulo di adesione presentato dal lavoratore o per il tramite del proprio datore di lavoro. La posizione individuale di chi aderisce a Espero è finanziata con il 100% del Tfr in corso di maturazione a decorrere dalla data di adesione, oltre ad una quota da definire a carico del datore di lavoro. Tuttavia per gli assicurati all’Inps già prima del 29 aprile 1993 (data di iscrizione ai fondi pensione) e che si iscriveranno per la prima volta ad Espero è consentito versare una quota minima del 50% del Tfr in corso di maturazione. In seguito l’interessato potrà versare contributi aggiuntivi a suo carico, come pure sospendere il surplus di contribuzione al Fondo rispettando alcuni tempi tecnici. Per gli anni 2022 e 2023, le scuole e i servizi educativi dell’infanzia aderenti alla Fism mettono a disposizione del lavoratore strumenti di welfare del valore di 200 euro. I lavoratori hanno la possibilità di destinare questi bonus, anche in parte, al Fondo “Espero”, quale quota a carico del datore di lavoro. In ogni caso il costo per l’ente non potrà superare complessivamente tale importo per il 2022 e per il 2023. © riproduzione riservata
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