Come non sentire una stretta al cuore davanti alla fotografia che fa da copertina a questo volume. Allegramente accucciate dentro un gran cassone si vedono Hannah Goslar, Anne Frank, Dolly Citroen e Hannah Toby. La foto è stata scattata nel 1937 ad Amsterdam nel giardino dei Toby, in Merwedeplein – amici e vicini di casa della famiglia Frank che al 37 di Merwedeplein si era trasferita dal 1933 e lì abitò fino al luglio 1942. Anna aveva 8 anni e quelle erano le sue amiche del cuore, compagne di scuola e di giochi. Nessuna di queste bambine, come nessuno dei protagonisti che in questo grande albo hanno un nome, un volto e una storia, poteva allora immaginare fino a che punto il nazismo si sarebbe spinto.
Testimonianza di una ragazzina che si affaccia alla vita con il suo carico di speranze, curiosità e allegrie sfiancate e azzerate dalla reclusione e poi dalla deportazione, il Diario di Anne Frank lascia in sospeso molte domande sulla sua vita, le sue passioni, i suoi entusiasmi, la sua famiglia, gli amici, la scuola, i luoghi che l’hanno vista bambina e ragazzina. Questo grande albo, Tutto su Anne (Rizzoli; 20 euro) è stato voluto dalla Fondazione Casa di Anne Frank, nata nel 1957 con l’obiettivo di aprire al pubblico l’edificio di Amsterdam dove la famiglia visse nascosta durante l’occupazione nazista. Il volume raccoglie insieme a una biografia particolareggiata, un gran numero di documenti storici, molte risposte alle domande dei ragazzi visitatori della casa-museo e oltre cento fotografie che ripercorrono la vita quotidiana di Anne. E là dove le foto in bianco e nero del tempo interrompono il loro racconto, subentrano le illustrazioni a colori di Huck Scarry a integrare momenti di vita privata, a raccontare le stanze della clandestinità, il nascondiglio nella casa sul retro dell’azienda di Otto Frank in cui vennero tutti scoperti e arrestati. Dai 13 anni.
Reduci dal successo della Fiera di Bologna dove hanno presentato il bellissimo La guerra che cambiò Città Tonda, vincitori del Premio Andersen 2019 con “Forte, piano, in un sussurro”, miglior libro di divulgazione, Romana Romanyshyn e Andriy Lesiv - ucraini, coppia nel lavoro e nella vita - propongono un volume per i più piccoli ancora per Jaca Book (che ha portato in Italia i loro libri pluripremiati).
Formato quadrato, ventiquattro pagine cartonate con angoli arrotondati, La mia casa. Le mie cose (14 euro) è un viaggio grafico e colorato attraverso le stanze di un’abitazione, dall’ingresso al solaio passando per salotto e cucina, bagno e cameretta. Con tutti i particolari che ogni locale mette in primo piano, oggetti d’arredamento, mobili, luci, abiti, accessori, cibi, giocattoli, ciascuno con il proprio nome. Un viaggio che i più piccini possono intraprendere con un adulto che può incoraggiarli nello stupore di ritrovare, riconoscere e dare nomi ai mille oggetti del mondo che li circonda. Dai 2 anni
Vivere in appartamento o in una casetta cittadina con giardino per un bambino italiano è parte della normalità quotidiana. Ben altra cosa è sapere cosa significa vivere in una roulotte, come capita a chi lavora in un circo, in un igloo come fanno gli inuit al Circolo
polare artico, in una tenda come i nomadi del Sahara o in una machiya, la tradizionale abitazione giapponese in legno. Cosa sono la yurta, un hogan o un riad? Come si vive nella giungla o in una palafitta?
Bambini di tutto il mondo fanno da guida alle proprie case, all’esplorazione di dimore estremamente diverse, alcune molto esposte a climi inospitali, altre facili da smontare e rimontare o da trasportare. Le case del mondo (Il Battello a Vapore; 14 euro) è un albo in cui illustrazioni colorate e testi brevi e schematici si integrano perfettamente. Un’occasione anche per chi non sa ancora leggere di incontrare coetanei, linguaggi, usi e costumi, tradizioni e culture diverse. Dai 7 anni