L’affermazione debitamente esclamativa che fa da titolo a questo albo, si ripete ossessivamente in ogni pagina. Sono una ragazza! grida la topina grintosa che si racconta nel carattere, nelle abitudini, nei giochi che ama fare, sottolineando la propria insofferenza all’essere apostrofata come un maschiaccio. Lei è una ragazza e - come se ci fosse sempre bisogno di ribadirlo con forza – ci tiene a essere considerata così.
Il momento di spiccare il volo è cruciale per ogni specie di volatile ma per Piccolo Gufo è diventato un vero e proprio blocco psicologico. Merlo, Pettirosso, Passerotto, Canarino, Rondinella e tanti altri non ci hanno pensato due volte: si sono messi sul ramo e in pochi secondi sbattendo le ali si sono lanciati in cielo.
Le fiabe hanno sempre un grande potere: trasportare chi ascolta in un mondo dove tutto è possibile, dove l’umiltà, la saggezza e la purezza di cuore in gran parte hanno l’ultima parola sull’arroganza, la malvagità e la ricchezza. Non senza travaglio e messa alla prova… La magia non fa sconti a nessuno. Il principe Arturo e la principessa Leila, per esempio, sono fatti l’uno per l’altro, ma lo si capirà solo alla fine perché a fare la coda pronte a tutto pur di sposare il rampollo reale c’è il fior fiore delle rampolle aristocratiche di mezzo mondo. La regina madre è una sorta di arpia dal cuore di pietra, arcigna e spietata nel proporre le difficili prove in cui le ragazze pretendenti dovranno destreggiarsi per aggiudicarsi in principe in sposo.
A tagliare il traguardo è, come nella migliore tradizione fiabesca la ragazza che sembrerebbe la più svantaggiata, quella che arriva da un paese lontano e sembrerebbe senz’arte né parte. Perché almeno nelle fiabe chi perde, apparentemente, vince. Una storia d’amore che parla di culture che si incontrano e preconcetti che lasciano il posto alla vera comprensione. A bene interpretare il testo di Kristien Aertssen le illustrazioni di Béa Deru-Renard. Pubblica Babalibri (13 euro). Dai 4 anni.