Una casa al centro della scena, incastonata tra i prati ai margini di un bosco e una brughiera che appare sullo sfondo; dalle finestre s’intravvedono luci già accese, perché l’imbrunire avanza. Davanti alla porta un triciclo abbandonato, segno di una giornata di gioco. Nessun’altra presenza fuori se non quella di un gattino nero che si gode il suo ultimo sprazzo di libertà. La copertina di questo delizioso albo è un frammento, quasi un fotogramma di un’atmosfera di tranquillità e dolcezza che attraversa tutte le pagine. Tutto dormirà è un testo inedito per i bambini italiani di Astrid Lindgren, pubblicato da Camelozampa (16 euro).
L’autrice svedese scrisse questa ninna nanna poi musicata per il film I bambini di Bullerby che è diventata un classico per l’infanzia svedese. A fare di queste pagine un sorprendente concentrato di poesia in cui parole e immagini nutrono l’immaginazione dei piccoli lettori, altre due grandi firme: quella di Marit Törnqvist illustratrice svedese-olandese di fama,che propone tavole di paesaggi nordici ricche di particolari da osservare con attenzione; e quella di Chiara Carminati a cui si deve il merito di averne tradotto con cura lo spirito poetico. La sera è inoltrata ed è il momento per tutti, grandi e piccoli, di dormire. Nella penombra di una cameretta, circondato dai suoi peluche, un bambino sta per cedere al sonno mentre la voce di sua mamma cantilena una ninna nanna rassicurandolo che presto la notte verrà e tutto, ma proprio tutto il mondo, compreso il micio vagabondo, dormirà. Cala lentamente il buio e davvero la vita scivola nel riposo. Incluso nel libro un QR-Code per ascoltare la canzone in versione italiana. Con la musica originale di Georg Riedel, eseguita da Bastian Pusch e la voce di Aida Talliente. Dai 3 anni
La lentezza dei bradipi è proverbiale. Una vita appesi a un ramo con una flemma unica: poco cibo, tanto sonno. Persino lo sbadiglio va al rallentatore. E per spostarsi meglio strisciare, senza eccedere. Cosa può succedere invece se un giovane bradipo di giorno sveglio come un grillo, si mette in mente di imitare le scimmie a saltare di ramo in ramo? Al bradipo Michele piace vedere il mondo dall’alto, capire, per esempio, come fanno le iguane a cacciare le farfalle. Ma per pedinare un’iguana bisogna muoversi. Michele ci prova e, cosa da non credere, ci riesce pure.
È ora di raccontarlo ai suoi. Ma si sa, la legge della tradizione non si può aggirare o calpestare impunemente, senza assumersene le conseguenze. Fai piano Michele è oltre che il titolo di questo grande albo realizzato da Elena Levi e Giulia Pastorino per le Edizioni Clichy (17 euro), l’imperativo richiamo che papà bradipo fa al suo rampollo a stare al proprio posto, a non stravolgere comportamenti antichi quanto il mondo che possono turbare tutti gli abitanti della foresta. Il clan dei bradipi anziani, infatti, non apprezza per nulla le intemperanze di Michele. Semplicemente perché non si è mai visto un bradipo che salta. Gli adulti non hanno messo in conto la voglia dei giovani di seguire le proprie inclinazioni e costruire un futuro diverso. Quando infatti saper saltare diventerà questione di vita o di morte, allora Michele avrà la propria rivincita. Dai 4 anni
Le nonne che lavorano a maglia lo sanno: c’è stato un tempo in cui per realizzare un maglione ai ferri si recuperava la lana sfilandola da altri maglioni ormai invecchiati. Nonna Lea, che a maglia lavora da quando era bambina lo sa bene. Nella sua vita ha creato cuffie, guanti, maglie, calzini e sciarpe a volontà che hanno tenuto ben al caldo i suoi dieci figli. Va ancora molto fiera del suo primo lavoro, una sciarpa chilometrica, a righe colorate, fatta con impegno e tenacia, in cui ogni pezzo racconta indumenti e momenti di storia familiare.
Dalla lana bianca dello scialle matrimoniale di una zia, al morbido Shetland della sciarpa di uno zio partito per la guerra, al maglione rosso di un altro zio che durante uno sciopero lo agitò come una bandiera. Quanto va fiera ora la nipotina Madeleine di quella storica sciarpa di famiglia che la nonna ha deciso di regalarle e che ora può legarsi al collo e sfoggiare a scuola. Senonché la sfortuna ci mette lo zampino. Cosa può succedere se un filo resta impigliato nella porta di casa? Un brutto e mortificante pasticcio come racconta con le sue illustrazioni raffinate e colorate Jacques Goldstyn in Tricot (Lupoguido editore; 16 euro). Tutto rimediabile se si ha la pazienza di ricostruire il gomitolo. La storia può ricominciare da questo nuovo punto di partenza: l’occasione per passare il sapere di un’arte antica da una generazione all’altra, raccogliere un’eredità e per ridare un’altra vita a quella lana tanto preziosa. Dai 4 anni