Il cappello in testa dove appuntare la matita, un borsone a tracolla e l’immancabile bicicletta per volare tra i cornicioni dei palazzi, le terrazze dei musei, le stradine e le piazze del centro città. In tasca il taccuino su cui prendere appunti. Tanto basta per fare da guida ai turisti più giovani che promettano di non fare chiasso. Viaggiatore silenzioso, David Pintor questa volta gioca in casa: dopo Venezia, la passeggiata per immagini con l’artista spagnolo si fa tra le bellezze di Barcelona, sulle orme del geniale Gaudì e sotto lo sguardo di stormi di gabbiani che popolano ogni pagina insieme al mare presente all’orizzonte o nel riverbero azzurro di ogni scorcio anche quando i tetti delle case ne impediscono la vista.
Non ci sono spiegazioni né consigli su dove andare o cosa vedere, solo un indice con i nomi dei luoghi illustrati: il taccuino di Pintor è un silent book in cui sono sempre solo le immagini piene di colori e dettagli a rivelare il cuore del capoluogo catalano e la magia dei luoghi che più la rappresentano. Si viaggia da Montjuïc al Quartiere Gotico, da l’Eixample a la Vila de Gràcia, dalle guglie della Sagrada Familia che svettano tra le palme ai mosaici fiabeschi del Parco Güell, dalle architetture moderniste delle case di Gaudì fino a respirare l’allegria delle piazze, dei mercati e dei bar più tipici. E a godere del relax delle spiagge. Paradosso di questo taccuino illustrato è ancora la mancanza di gente a rendere più autentica e attraente la città, assoluta protagonista delle pagine. Chi non ha mai visto Barcellona ci vorrà andare, chi la conosce vorrà rivederla. Pubblica Kalandraka nella collana “Le città”. Dai 12 anni.
È un silent book anche Sssh. Silenzioso ma non tropo visto che in realtà sono i rumori, alcuni dei quali davvero molesti, i protagonisti di questo albo scritto da Fred Paronuzzi e illustrato dall’argentina Mariana Ruiz Johnson, per Camelozampa (15 euro). Doppie pagine variopinte con scene di ordinaria quotidianità lasciano spazio verbale solo alle onomatopee che, come una colonna sonora, fanno da sottofondo alla vita di un bambino – e non di meno a quella degli adulti - da mattina fino a sera.
La casa, la strada, la scuola, il parco giochi, la palestra o la piscina traboccano di suoni. Tanti, troppi. Ma è possibile e come si fa a trovare un po’ di pace? Un momento di silenzio in cui immergersi per liberare la mente? La bimba protagonista di questa storia è capace di una magia alla portata di tutti. Un inno al potere della lettura di spegnere i rumori e accendere altri mondi in cui rifugiarsi. Dai 4 anni.
Da che mondo è mondo il lupo è il terrore dei leprotti. Dunque ha tutte le ragioni di essere inquieta la leprottina protagonista di questo albo, in procinto di spegnere la luce e fare la nanna. E se venisse il lupo? continua a chiedersi, con quell’insistenza tipica dei piccolini in ansia, che non vogliono sentire ragioni ai tentativi di rassicurazione. Ha un bel daffare mamma leprotta a spiegare alla figliolina che grazie ai cacciatori i lupi si sono estinti e che anche se qualche esemplare fosse sopravvissuto non riuscirebbe assolutamente ad arrivare alla loro casa. Per lo meno non passerebbe inosservato. Insomma, come recita il titolo dell’albo scritto da Myriam Ouyessad e illustrato da Ronan Badel, Il Lupo non verrà (LO Editions; 14 euro).
Il racconto procede con un crescendo di ipotesi e rassicurazioni ma il bello è che le illustrazioni raccontano l’esatto contrario, e cioè che il lupo proprio estinto non è, e forse ha sentito profumo di leprotti. Tutto fino all’ultima pagina con un finale imprevedibile. Un albo da leggere ai più piccoli, con teatralità, calcando la voce sulle domande ricorrenti e i timori della leprottina. Creando quell’aria di suspense che fa sbarrare gli occhi e trattenere il fiato ai bambini in attesa del lieto fine. Dai 3 anni