Se davvero sarà così, e se si trasformerà sul serio in interventi sul campo, la notizia dell'imminente firma di Accordi di programma per un miliardo e 200 milioni di lavori destinati alla salvaguardia idrogeologica potrà essere annoverata fra quelle "storiche" per il comparto. L'annuncio comunque c'è, ed è arrivato niente di meno che davanti ai Consorzi riuniti dall'Anbi ad Expo 2015 per l'evento Il cibo è irriguo. Soldi freschi, dunque, con i quali si cercherà di metter mano al disastro idrogeologico nazionale che ogni volta proprio l'Anbi, ma non solo, tira in ballo quando vi sono grandi caldi e siccità oppure piogge torrenziali. Perché il risultato non cambia: l'Italia, agricola e non agricola, dal punto di vista della gestione dell'acqua ha fatto in passato grandi cose, ma adesso pare quasi non riuscire a governare un torrente. «Lavorare bene, lavorare insieme, lavorare da subito», è stato quindi l'appello rivolto dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, all'assemblea dei Consorzi di bonifica italiani; un grido al quale si è aggiunta la speranza di avere presto una legge contro il consumo del suolo.Intanto, l'emergenza c'è e continua. L'Anbi ha parlato chiaro. «L'assenza di scelte di fondo sul Piano irriguo nazionale, così come l'eccessivo consumo di suolo, accompagnati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, fa sì che siamo alla vigilia della richiesta di stato di calamità naturale per l'agricoltura; ancora una volta, serviranno risorse per riparare danni e non per incentivare uno sviluppo programmato», ha spiegato Francesco Vincenzi, presidente dell'associazione. Mentre Coldiretti ha snocciolato qualche numero inquietante: il livello del Po è sceso di un metro per effetto del mese di gran caldo, ma si sono svuotati rapidamente anche i grandi laghi. Caldo e siccità, poi, hanno già fatto sentire i loro effetti: ortaggi e frutta, ma anche il mais, sarebbero in grande difficoltà. Non va meglio per l'allevamento: a causa dello stress, la produzione nazionale di latte sarebbe diminuita del 10-15% (meno 100 milioni di litri di latte in un mese). Il bilancio stimato dei danni provocati da un mese di grande caldo è di almeno 200 milioni di euro.Ma non basta. C'è da giurare che quando inizierà a piovere si cadrà nella situazione opposta: l'acqua in molte aree dilagherà incontrollata, provocando altri danni. Proprio i coltivatori hanno già avvertito dei pericoli di temporali violenti e grandine (ma, almeno per quest'ultima, ci penseranno le assicurazioni). Consorzi e agricoltori hanno però ragione: senza interventi programmati e costanti, l'Italia continuerà ad avere problemi idrici sempre più importanti.
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