Non va presa con troppo sussiego la notizia dei Ceo (i grandi manager e capitani d'azienda) americani che annunciano la svolta "etica" -basta attenzione esclusiva ai profitti degli azionisti, ci sono anche i lavoratori, c'è l'ambiente.
Credo nella politica del simbolico: nominare il problema è già un gran passo. Certo, dal dire al fare, vedremo. Il passo ha comunque un suo tornaconto: il bilancio produzione-consumi non torna più se così tanti non sono in grado di consumare.
Pur con tutte le riserve nella rete resta impigliato qualcosa di importante che dico a modo mio, non da economista, non lo sono: si riconosce la sopravvivenza di valori irriducibili al denaro. I soldi non hanno mai contato così tanto nella Storia. I valori-antidoto, riconducibili alla gratuità delle relazioni e dell'amore, sono stati quasi del tutto sbaragliati.
Ogni esperienza umana si misura in dare-avere, ogni incontro nasconde un rischio-fregatura, c'è sempre qualcuno che ti vuole piazzare qualcosa. È un modo insopportabile di vivere.
Non saranno certo i Ceo a cambiare le cose. Semmai il loro gesto "Tina" (There Is No Alternative) segnala che le cose stanno cambiando da sole e non si può fingere di non vederlo.
Nei board scrutano i Millennial e quelli nati dopo, capaci di fare della scarsità di risorse uno stile di vita. E ci si mette le mani nei capelli.
Si tenta con quest'estremo sale sulla coda.
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