Cappellani militari riuniti a convegno, ad Assisi, su iniziativa dell'Ordinario militare mons. Pelvi. Il convegno, che termina oggi i suoi lavori, è incentrato su nuove forme di annuncio del vangelo ai militari dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, dei carabinieri e della guardia di finanza, privilegiando il modello dell'iniziazione cristiana. Un obiettivo che impegna direttamente i 250 cappellani incardinati nella "diocesi militare" posta al servizio di migliaia di ufficiali, sottufficiali e volontari (la chiamata di leva è sospesa a tempo indeterminato), oltre ai rispettivi familiari ed ai dipendenti civili. Una diocesi straordinaria che si occupa di oltre un milione di anime.
L'impegno pastorale richiesto ai cappellani ed ai loro collaboratori potrà giovarsi, in particolare, di un provvedimento di legge, prossimo ad essere esaminato dal Parlamento su iniziativa del senatore Vincenzo Nespoli. Il disegno di legge (n. 721/S) si occupa dei diaconi permanenti appartenenti alle Forze armate, oggi sempre più numerosi dopo gli undici ordinati per la prima volta nel 1975 dal cardinale Ursi. In base alla proposta di legge, lo status di diacono permanente, riconosciuto prima oppure durante il servizio nelle Forze armate, dovrà essere trascritto sul foglio matricolare, così come già avviene per i cappellani in carica. Gli appartenenti alle Forze armate ordinati diaconi potranno così essere a disposizione dell'Ordinariato militare secondo le diverse necessità, senza alcun aggravio di spese per lo Stato. Gli ufficiali e i sottufficiali ordinati per il ministero diaconale saranno considerati fuori corpo e non saranno soggetti a periodi di attribuzione.
Anche per i diaconi permanenti è prevista una progressione di carriera. I sottufficiali raggiungono, per anzianità, il grado di maresciallo maggiore. Per gli ufficiali il top è fissato al grado di tenente colonnello e, a scelta, fino a quello di generale di brigata o equivalente. assimilati. Il trattamento economico segue, per effetto, quello della equiparazione gerarchica. Ai diaconi spetta quindi, integralmente, il trattamento economico degli ufficiali o dei sottufficiali, eccetto l'indennità militare speciale e l'indennità di alloggio.
È in dubbio se la pensione di vecchiaia dei diaconi permanenti, in virtù dello stesso Ordine ricevuto, debba rispettare la normativa speciale in vigore per i cappellani: a 62 anni congedo assoluto, a 65 anni pensione di vecchiaia se hanno maturato almeno 20 anni di servizio utile oppure, se il numero degli anni è inferiore, una pensione proporzionata al periodo di servizio svolto. Alle stesse condizioni si matura un'eventuale pensione di invalidità. Se l'infermità proviene da causa di servizio o di guerra, spetta una pensione privilegiata.
È invece certo che, mentre i cappellani sono contemporaneamente assicurati sia all'Inpdap sia all'Inps Fondo Clero, ai diaconi è preclusa, ingiustamente, l'assicurazione nel Fondo Inps.
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