Anche la quarta edizione di Gomorra (il venerdì alle 21,15 su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno) non poteva partire che con l'ennesimo omicidio. Preceduto, però, da un riepilogo generale realizzato con un montaggio serrato per rinfrescare la memoria a chi le prime tre serie le ha viste, ma efficace anche per chi se le fosse perse. Abbiamo rivisto così i protagonisti delle stagioni precedenti come Pietro Savastano e soprattutto Cirio Di Marzio, alias Fortunato Cerlino e Marco D'Amore, entrambi finiti male. In vita, tra le figure di spicco, non rimane che Gennaro Savastano, detto Genny, interpretato da Salvatore Esposito, mentre D'Amore è passato dall'altra parte della barricata, ovvero dietro la macchina da presa per un paio di episodi (quelli che vanno in onda stasera) sia pure sotto la supervisione di Francesca Comencini. Dicevamo dell'omicidio: a farne le spese è “u' sindaco”; a farlo fuori è un boss amante degli uccellini. A conferma dell'ambivalenza dei personaggi di Gomorra, capaci di recitare l'Ave Maria prima di mettersi a tavola e allo stesso tempo di sparare a bruciapelo al malcapitato di turno. Lo steso Genny, questa volta, cerca di cambiare vita per il bene del figlio. A un anno dalla morte di Ciro, lo ritroviamo trasformato: tatuaggi nascosti, completi alla moda, circondato da una famiglia perfetta con la moglie Azzurra (Ivana Lotito) e il piccolo Pietro. Ha lasciato il suo “regno” a Patrizia (Cristiana Dell'Anna) e si è trasformato in una sorta di imprenditore che sogna di creare un'eredità per suo figlio diversa da quella lasciata a lui dal padre. Ma non tutto andrà per il verso giusto. Finirà per rispolverare i metodi criminali cercando un compromesso con se stesso, sospeso tra passato e futuro, confrontandosi con i demoni mai sopiti della sua vecchia vita. È insomma la solita accennata contraddizione di sentimenti, che segna una storia dove amore e odio hanno lo stesso valore, con personaggi tristi, senza redenzione né speranza, inseriti, però, in una narrazione dal fascino sinistro con tecniche di particolare effetto. In questa quarta serie ci sono ad esempio dei piani sequenza con sistemi innovativi da grande cinema, anche se poi finalizzati a scene di grande violenza.
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