Siamo ancora in tempo per nascere, e ciò costituisce il dono più sorprendente: l’arte di ricominciare. È importante ricordare a noi stessi che le modalità del ricominciare non sono standardizzate, e che anzi è bene che sia così. In fondo, non interessa far dipendere la possibilità dei nostri nuovi inizi dal loro grado di facilità. Nuovi inizi difficili non vuol dire necessariamente nuovi inizi impossibili o, in qualche modo, fuori portata. C’è un dono in quelle stagioni in cui la vita si snoda in trasparenza, si muove in armonia, e tutto viene abilmente a coincidere.
Ma non ci tufferemmo con passione a toccare la sostanza della vita se non arrivassimo a cogliere anche ciò che rivelano, per esempio, i ritardi, le fatiche, le molteplici sfaccettature della vulnerabilità, o le ferite stesse. Una delle cose più preziose della nostra traiettoria spirituale è la certezza che siamo sempre in tempo per ricominciare. Ogni ciclo, ogni stagione, ogni istante ci pone davanti al dovere di testimoniarlo. Beati quelli che con audacia si arrischiano a vivere così, anche quando il calcolo delle probabilità si mostra avverso. Sono quelli che, prima o poi, smentiscono i fatalismi e diventano le levatrici di un miracolo. Quel miracolo che fa equivalere il verbo “ricominciare” a una sorta di nascita. E che fa equivalere il verbo “nascere” al credere.