A qualcuno l’aggettivo eclettico non piace. Eppure è difficile definire diversamente Lodo Guenzi, uno che, come vuole il vocabolario, si dedica con successo ad attività diverse. In alternativa potremmo definirlo artista poliedrico: musicista (frontman della band «Lo Stato Sociale»), attore di teatro (ha frequentato l’Accademia di arte drammatica), attore di cinema e adesso anche ufficialmente conduttore televisivo alla guida di Tutto quanto fa cultura il mercoledì in terza serata su Rai2. Un programma di una cinquantina di minuti che di fatto va in onda quando il calendario segna ormai giovedì, ma questo adesso conta poco grazie a RaiPlay. Chi vuole può andarsi a rivedere le puntate all’ora che meglio crede. E questo è anche un consiglio, perché in Tutto quanto fa cultura si parla in modo diffuso e piacevole di arte e di spettacolo con l’invito a uscire di casa, a stare insieme agli altri, a farsi domande sempre nuove che non hanno risposte scontate. Guenzi, all’ordine di Rai Cultura e di ben cinque autori (Gida Salvino, Nicola Borghesi, Anna Rita Cammerata, Roberto Del Bove e Lorenza Rossi), ci accompagna in un viaggio tra televisione, cinema, teatro, musica, pittura e scultura, tornando ogni volta che può alla radio. Per parlare di televisione, il conduttore va sul sicuro affidandosi alle Teche Rai e alla competenza di Massimo Scaglioni, docente di storia e economia dei media alla Cattolica, ospite fisso assieme ad altri critici per il cinema come Cristina Battocletti e Federico Pontiggia. Mentre tre «inviate» (Alessandra Cosimato, Alessandra Mosca Amapola e Laura Schillaci) girano l’Italia a caccia di originali e geniali innovatori della cultura intesa alla Guenzi, che in chiusura di puntata si mostra anche efficace monologhista con lo sguardo dritto nell’obiettivo della telecamera, guardandoci virtualmente negli occhi. © riproduzione riservata