Non è facile trovare un pubblico per un talk giornalistico a mezzanotte. Eppure la Rai il lunedì ne mette in fila tre, uno per rete, se consideriamo anche Tg3 Linea notte con Monica Giandotti (che poi va in onda anche per il resto della settimana). Gli altri sono XXI secolo con Francesco Giorgino su Rai 1 e Tango con Luisella Costamagna su Rai 2. Quest’ultimo, anche in fatto di ascolti, è il più debole: l’ultima puntata ha registrato 233 mila telespettatori a fronte dei 529 mila di XXI secolo e i 340 mila di Linea notte. Eppure Tango vanta un sottotitolo ambizioso: Il ritmo della realtà. La conduttrice, reduce tra l’altro da Ballando con le stelle dopo esperienze giornalistiche un po’ su tutte le emittenti oltre la Rai (Italia 1, Canale 5, La 7…), spiega che «il tango è un ballo che mescola accelerazioni e frenate, non è un ballo lineare e quindi rappresenta il modo migliore per raccontare una realtà che ha lo stesso ritmo». Lo stesso ritmo però non ce l’ha il programma, soprattutto se gli ospiti, come lunedì scorso, sono incontenibili come la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli nella prima parte del talk o il segretario della Cgil Maurizio Landini nel faccia a faccia con l’espediente non proprio geniale delle cloche sotto alle quali si nascondono degli oggetti per favorire la domanda (nel caso specifico una busta paga, delle ciabatte e delle banconote per introdurre il tema dei salari, delle pensioni e dell’evasione fiscale). Oltre questo, Tango, che va avanti fin quasi alle due di notte, ha anche la parte più leggera, un po’ come tutti i rotocalchi, affidata non solo a interviste come l’ultima a Claudio Cecchetto per rispettare l’ordine di scuderia per cui tutti i programmi Rai in questi giorni devono pompare Sanremo all’inverosimile, ma anche con il «disturbatore» Saverio Raimondo, in genere piuttosto bravo, che qui purtroppo non dà il meglio di sé.
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