Territorio e gastronomia è un binomio che in tv funziona da sempre e sul quale sta puntando anche Stefano Bini con i suoi programmi: l’anno scorso su Food Network con il titolo Wild food Maremma; quest’anno su Rai Premium (la domenica alle 14,30 e poi disponibile su RaiPlay) con il titolo Road to meraviglie. Ma in qualche modo Bini (giovane autore e conduttore grossetano, nipote e figlio di ristoratori da sei generazioni) inverte il binomio partendo dalle ricette e dalla loro realizzazione con uno chef del posto per poi aprirsi ai luoghi dove i piatti sono nati. Dopo ogni ricetta (ne sono previste due per puntata), oltre al consueto riepilogo di ingredienti e quantità, vengono illustrati da due esperte i benefici per la nostra alimentazione e le caratteristiche organolettiche dei piatti appena realizzati. Ma la vera particolarità di Road to meraviglie, in concorrenza con la miriade di cooking show che imperversano sulle nostre tv, resta quella di proporre ricette strettamente legate al territorio (magari con qualche rivisitazione, come ad esempio il cervo in salmì al cioccolato fondente) e soprattutto di presentare piccoli centri fuori dai percorsi del turismo di massa e anche per questo preziosi e unici dove può essere interessante visitare un museo dei minerali o le rovine appena scoperte di un castello medievale. Il viaggio sulla «strada delle meraviglie», partito dalla Lombardia (Caspoggio, Lanzada, Laveno e Livigno) prosegue fino al 24 settembre dopo essersi spostato in Toscana per fare tappa a Grosseto, a Scarlino, a Castagneto Carducci, al Monte Argentario (domenica scorsa con tanto di peposo di palamita e cannellone di ciaffagnone accompagnati dalla visita al borgo di Porto Ercole e alla Fortezza di Porto Santo Stefano) in attesa di approdare alle Terme di Saturnia, a Manciano e a Siena.
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