Avevamo seguito in Sicilia all'inizio di agosto Linea verde estate. Mercoledì siamo tornati sull'Isola con Linea verde radici, altro derivato dal capostipite Linea verde, che a sua volta si rifaceva a La tv degli agricoltori poi A come Agricoltura e Agricoltura domani. Ma questo non significa che i programmi si assomiglino. A unirli è la terra, che ognuno, però, interpreta in modo diverso: come base per il nostro sostentamento, come bellezza naturale, come meta turistica o come ricerca delle proprie radici dal punto di vista storico, culturale e scientifico. Quest'ultimo è appunto il caso di Linea verde radici, che il 1° settembre ha proposto su Rai 1 una puntata speciale in prima serata oltre il tradizionale appuntamento del sabato alle 12,30. A guidare il viaggio, anche in questo caso, Federico Quaranta, con il suo caratteristico stile tra il divulgatore e il viandante (meglio sarebbe con qualche drone di meno), già sperimentato su Rai 2 con Il provinciale. Al seguito di Quaranta abbiamo attraversato la Sicilia dai crateri dell'Etna alle isole Egadi, incontrando vulcanologi, pescatori, maestri d'ascia, costruttori di muri a secco, cavatori di zolfo, ognuno con la propria storia e un profondo legame con l'Isola. E poi gli artisti: Roy Paci, Moses Concas, Lello Analfino, i Tinturia e Alfio Antico, che hanno come teatro templi greci, uliveti e piantagioni di fichi d'India. Quindi le citazioni dei grandi della letteratura siciliana: Verga, Pirandello, Sciascia. Per poi approdare nella Valle del Belice, segnata per sempre dal terremoto che distrusse paesi come Gibellina, oggi trasformato in un'opera d'arte a cielo aperto con l'immenso “Cretto” del geniale Alberto Burri. Tappa finale a Marettimo, la più lontana delle Egadi con il Mediterraneo che si mostra crocevia di infinite culture, culla della civiltà Occidentale, custode di tutte le storie e padre delle nostre radici.
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