Sfidare con un programma d'attualità i vari telegiornali della sera è impresa non da poco. Certamente coraggiosa. Rai 2 ci prova con Sunday tabloid, in onda la domenica dalle 19.05 alle 20.30. Ma la partenza non è stata incoraggiante: poco più di quattrocentomila telespettatori. Alla conduzione (pensata per Nicola Porro che nel frattempo ha lasciato la Rai) c'è Annalisa Bruchi, che dall'approfondimento di seconda serata (2Next - Economia e Futuro) arriva a questa fascia oraria inesplorata per un programma che si propone di approfondire «fatti e misfatti della settimana: cosa è successo, ma soprattutto cosa succederà. La Bruchi, da senese doc, ha dalla sua, da un paio d'anni a questa parte, anche l'avventura della telecronaca del Palio. Pure quella è un'impresa. I senesi non perdonano nulla. Intanto, ad inaugurare Sunday tabloid sono stati invitati ospiti importanti come il cardinale Camillo Ruini e il ministro Beatrice Lorenzin. Ruini è apparso in gran forma nonostante i suoi ottantacinque anni. Con la lucidità di sempre ha risposto o diplomaticamente evitato di rispondere alle varie sollecitazioni su immigrazione, Roma, la sindaca Raggi, le Olimpiadi... La presenza del Cardinale era dovuta anche all'uscita del libro C'è un dopo?. «Il punto interrogativo – ha spiegato – non significa che io non ci credo. Ci credo eccome. Ciò non toglie che umanamente abbia paura di morire. La morte è un passaggio un po' impegnativo. E poi c'è il giudizio di Dio...». Con la Lorenzin, dopo l'inizio sul tema della fecondazione, il dibattito è scivolato lentamente sullo spiritoso con gli interventi del comico Dario Vergassola (presenza fissa del programma). Le battute sono quelle classiche del suo repertorio, ma ancora fanno ridere. Poi, come se davvero sfogliassimo le pagine di un tabloid domenicale, il “calando” è proseguito fino a parlare di moda e di gossip con Costantino Della Gherardesca anche per sostenere il reality di punta in questo momento di Rai 2, Pechino express. Nell'ora e mezzo del programma gli altri interventi fissi sono quelli dei giornalisti Mario Sechi (in studio) e di Aldo Cazzullo (in collegamento), oltre al cosiddetto “fact checking” per verificare se i politici dicono la verità. Il ritmo è buono, ma il doppio binario attualità-spettacolo non sappiamo quanto possa funzionare, di certo non favorisce l'approfondimento che si propone.
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