Dopo le conversazioni dell'anno scorso tra sole donne in una camera d'albergo, con appeso fuori della porta il classico “Non disturbare”, questa volta Paola Perego, il martedì intorno a mezzanotte su Rai 1, proprio con il titolo Non disturbare, raccoglie le storie e le confidenze anche di uomini. Partenza, però, con un uomo che, per sua stessa ammissione, è molto poco mascolino: il cantautore Cristiano Malgioglio, che come sempre gioca sul personaggio, ma si mostra anche al di là della maschera svelando il suo rapporto con la solitudine e con la depressione in seguito alla morte della madre e poi della sorella. Svelato anche un piccolo segreto: la bocciatura a un provino con Federico Fellini per una parte nel film E la nave va. Anche per la seconda conversazione, quella con la showgirl Elena Santarelli, a creare attenzione è soprattutto la vicenda umana legata alla malattia del figlio: un tumore scoperto in tenera età. Molto più deboli, ad esempio, le due interviste, l'altro ieri, della seconda delle sei puntate previste dal format targato Stand By Me. In camera un'altra showgirl, Paola Barale, e poi l'ex calciatore Totò Schillaci. La Perego ribadisce: «Quante vite, quante storie, quanti segreti si nascondono in una camera d'albergo. Lo sa bene chi per lavoro viaggia molto». Ma poi conta solo quello che il personaggio di turno ha realmente da raccontare e quanto riesce a farlo senza forzature. La stessa conduttrice appare più o meno spigliata e a proprio agio in base a chi ha di fronte. Mentre lo sbirciare nel cellulare o nella valigia dell'intervistato resta un espediente che sa troppo di preparato. In questo senso l'incontro finora meno spontaneo è apparso quello tra le due “Paole”, che poi è finito nella stessa serata di Schillaci che ha sì una storia di vita interessante (il bambino nato di sette mesi in un quartiere popolare di Palermo che realizza il sogno della vita e diventa un idolo del pallone), ma che poi, detto con rispetto, non è così in grado di raccontare. Presentandosi per di più con un trapianto di capelli che lo rende irriconoscibile rispetto al centravanti dalle stempiature e dagli occhi sgranati delle “notti magiche” dei Mondiali di calcio del 1990.
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