Raccontare sarà un istinto ma per nostra fortuna l'umanità fa anche altro
venerdì 12 settembre 2014
L’essere
umano è per definizione l’animale che racconta storie? Siamo per natura esseri
narranti? L’idea non molto originale (è certo che raccontiamo) eppure
discutibile (facciamo anche altro) è stata messa in circolazione da Jonathan
Gottschall, docente di letteratura inglese in Pensylvania (il suo libro L’istinto di narrare è uscito da Bollati
Boringhieri). Se la tesi centrale dell’autore è che tutti gli uomini, in ogni
luogo, necessariamente e per migliaia di anni hanno raccontato, da questo si deduce
che i racconti sono il collante della vita sociale, sono una necessità dell’evoluzione
culturale umana. Non posso parlare da antropologo. Ma dato che mi sento sempre
più oppresso da tutti questi professori (anche italiani) che isolano un’idea e
ci fondano sopra una eruditissima torre di Babele, ecco che per istinto di autodifesa
faccio ricorso al buon senso. Ne faccio anzi una questione personale. Per
quanto mi riguarda, non ho attitudini narrative, non sono tentato dall’idea di
scrivere né un romanzo né un’autobiografia, ma non per questo mi considero un
essere anomalo e privo di una fondamentale facoltà umana: anzi della più
tipicamente umana fra tutte le facoltà. L’attuale esplosione di produttività
narrativa potrebbe dar ragione al professor Gottschall. Se tutti oggi vogliono scrivere
il loro bravo romanzo, e se una volta scritto il primo nessuno riesce più a
fermarli e ne pubblicano uno l’anno, questo vorrà dire che il genere umano
diventa sempre di più quello che è, come voleva Nietzsche: sempre più umano, forse
troppo umano, se non sovrumano. Il mio buonsenso molto primitivo mi suggerisce
un’idea meno perentoria: l’essere umano non solo racconta ma calcola, prevede, costruisce
edifici, viaggia, inventa concetti e regole morali, sfide e competizioni,
osserva fenomeni terrestri e celesti, dialoga, canta, prega, medita, gioca (per
non parlare dei suoi peggiori peccati). Sì, raccontare è bello e utile. Ma
pochi sanno farlo e molti fanno altro.

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