XVII Domenica del Tempo ordinario - Anno B
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Ce n’è per tutti, non vi accalcate, ma sedetevi pure sull’erba soffice: arriverà anche nelle vostre mani il pane buono da mangiare, quello che vi darà la forza di riprendere il cammino. Può sembrare che finisca, può sembrare che non basti, ma nessuno sa cosa è capace di fare questo Gesù, neanche quelli che lo conoscono bene: solo un cenno di ringraziamento e le mani incredule dei discepoli continuano a riempirsi di pane profumato, buono a riempire ogni bocca e stomaco affamato.
È bastato poco, appena cinque pani e due pesci messi generosamente a disposizione da un ragazzetto che forse se li era portati per merenda. Cinque pani e due pesci per cinquemila persone, come una goccia d’acqua nel deserto, come una briciola per un paese intero. Basta così poco a Dio.
Ma ancor prima del miracolo mi commuove la preoccupazione di Gesù: « Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» , domanda che è sollecitudine materna, attenzione delicata per chi amiamo, tenerezza concreta. Quando a Elsa Morante, la famosa scrittrice de “La Storia”, chiesero quale fosse la più bella frase d’amore che mai si potesse dire, lei rispose che l’unica era semplicemente: « Hai mangiato?» Proprio quella frase che tante volte ci ripetevano le nostre mamme, proprio quella che noi facciamo ai nostri bambini e a tutti quelli che ci stanno a cuore: « Hai mangiato? Altrimenti ci penso io…».
Basta poco a Dio e allora ce n‘è per tutti e avanza pure e niente va sciupato: « Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto» , anche i pezzi sbocconcellati, anche i rimasugli interessano al nostro Dio, pure quei tozzi di pane che ora riempiono dodici ceste. Tutto è degno di rispetto, la fame della gente come gli avanzi.
E lo ripeterà poi Gesù anche per le persone: « Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda» ( Mt. 18,14). Non la pecorella sperduta, non il pubblicano mortificato, non la povera vedova insistente: nessun rimasuglio di vita deve perdersi, nessuno deve sentirsi inutile resto o provare l’umiliazione di pensarsi un rifiuto.
A Lui importa quel poco che c’è e poi, nelle sue mani, tutto diventa miracolo. Compresi gli scarti della nostra vita.
(Letture: 2 Libro dei Re 4,42-44; Salmo 144; Efesini 4,1-6; Giovanni 6,1-15)