A Prato e Campi Bisanzio, inevitabilmente e fortunatamente, la vita è ripartita. Le attività commerciali riaprono, a fatica, così come le scuole. Il tentativo di tornare il prima possibile alla normalità è un flusso inarrestabile, capace di contrapporsi a quello drammatico delle esondazioni del torrente Bisenzio. E in quel flusso di vita che riparte, ripartono anche gli allenamenti, i campionati, tutte le discipline sportive. Prima di tornare in campo, tuttavia, gli sportivi pratesi e campigiani hanno già stravinto la sfida della solidarietà. Sono stati tantissimi i tesserati di società di ogni disciplina sportiva che, fin dalle ore immediatamente successive all’alluvione della scorsa settimana, hanno deciso di dare una mano nelle zone più colpite dagli eventi atmosferici. Tante volte si sottolineano le distorsioni del movimento calcistico, altre si accusano i giovani di essere scansafatiche, “divanisti” o interessati solo al mondo digitale e al metaverso. In Toscana, invece, la vita reale ha drammaticamente preso il sopravvento e le società di calcio dilettantistico, così come tante altre associazioni sportive, hanno risposto “presente”. Qualche esempio? I giocatori del Paperino San Giorgio, insieme al tecnico della prima squadra, già nei giorni successivi alla tragedia si sono armati di pala, secchio e scopa per ripulire la frazione che rappresentano. Anche i tesserati del Prato Nord, uno dei club in assoluto più colpiti dalla tempesta Ciaran, stanno contribuendo a mettere una pezza ai danni provocati. Sempre a Prato il rugby ha fatto la sua parte: i ragazzi dell’U16 dei Cavalieri Union hanno posato la palla ovale e hanno preso in mano le pale per rendersi utili, così come il Gispi rugby che ha aperto gli spogliatoi del proprio impianto di Coiano, fortunatamente risparmiato dall’alluvione, ai cittadini che necessitavano di fare una doccia e che non avevano momentaneamente acqua corrente o elettricità in casa, comunicandolo con tutti i mezzi possibili, compreso l’account social del suo direttore tecnico, ed ex atleta, Enrico Romei. A Campi Bisanzio la storica Asd Lanciotto, che si occupa di calcio dalla Academy giovanile fino alla prima squadra che gioca in Promozione (e prende il suo nome da quello di Lanciotto Ballerini, noto partigiano campigiano) già dal giorno successivo all’alluvione si è messa in moto, rendendo orgoglioso – probabilmente più di tante vittorie – il suo presidente Giancarlo Cerbai. Tutti i ragazzi, dai 13 anni alla prima squadra, si sono presentati sotto al Comune di Campi Bisanzio, chiedendo di poter dare una mano. Fango da spalare, servizi di lavanderia, pasti caldi, attività di accoglienza per studenti le cui scuole hanno chiuso. Insomma, praticamente tutte le società sportive del territorio, addirittura prima dell’arrivo dei soccorsi istituzionali, si sono messe a disposizione, a dimostrazione del fatto che lo sport è il più grande costruttore di comunità. Mentre divampavano le polemiche sul rinvio della partita di calcio fra Fiorentina e Juventus tanti ragazzi e ragazze (calciatori, rugbisti, pallavolisti, cestisti e così via) hanno orgogliosamente sporcato le loro tute di fango, dimostrando ancora una volta che lo sport ha un valore educativo e sociale che nessuna alluvione e nessun esempio poco virtuoso che viene dal professionismo potrà mai cancellare.
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