Il ciclismo si conferma lo sport più televisivo. La prova l'abbiamo avuta in questi giorni soprattutto con una tappa del Giro d'Italia come quella da Perugia a Montalcino in buona parte corsa sulle mitiche strade bianche. Le telecamere sulle moto e sull'elicottero hanno permesso di penetrare il muro di polvere dello sterrato che rendeva tutto più difficile per i corridori e di conseguenza più interessante per i telespettatori. Dal vivo il ciclismo è bello, ma si risolve nell'emozione di un attimo. Chi va a vedere il passaggio di una tappa in un tratto pianeggiante, com'è successo ieri ai tanti fiorentini lungo il percorso cittadino, quando arriva il gruppo sente una forte ventata e a malapena distingue qualche ciclista dal numero o dal colore della maglia. A chi si arrampica su una salita dalle pendenze impossibili le cose vanno meglio, ma non più di tanto. I primi, i cosiddetti uomini di classifica, passano con una velocità incredibile. In tv, invece, di una tappa si riesce a cogliere praticamente tutto grazie alle rammentate riprese dalle moto e dall'elicottero. E poi, come detto altre volte, a favore di uno sport epico come il ciclismo c'è la narrazione, elemento fondamentale nel caso di dirette lunghissime come quelle che propone la Rai con il Giro d'Italia. Di fatto, tra Rai Sport e Rai 2, viene trasmesso tutto in diretta, da prima della partenza a dopo l'arrivo. Tra i vari momenti, la parte principale, dalle 14.00 su Rai 2, è affidata alla conduzione del bravo Francesco Pancani con a fianco la bella novità di quest'anno: Giada Borgato, ex ciclista, prima donna al commento tecnico, che dimostra competenza e spigliatezza, al pari dell'altra donna, Alessandra De Stefano, che guida il non facile Processo alla tappa. Un plauso alla Rai anche per la conferma dello scrittore Fabio Genovesi delle cui sottolineature tra storia e tradizioni popolari è ormai difficile fare a meno.
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