Quando arriva la fine
mercoledì 19 giugno 2024
Cosa succede a chi sente che la fine della vita gli si sta scagliando addosso con la sua forza violenta? Einar Kárason, uno dei più importanti narratori islandesi contemporanei, ha raccontato con grande maestria in Gabbiani nella tempesta (Einaudi) la vera e perigliosa vicenda dei 32 uomini sul peschereccio Máfur, in balia della tempesta al largo dell’isola di Terranova, poi risoltasi positivamente. In quel febbraio 1959 in cui la tragedia stava per compiersi, l’ufficiale Lárus cerca di condurre in salvo i suoi compagni: un Titanic di pescatori che rischia di affondare, intorno solo il mugghiare della tempesta, gli altri pescherecci che lanciano i loro SOS e poi stanno muti, inabissati. Di fronte a questa apocalittica condizione, Lárus vive un’esperienza di sguardo ultimo sulla vita. E quanto gli è davvero caro e importante balza alla sua attenzione: «Sentì come tutto, lì intorno, si fosse fatto silenzioso; conosceva quel silenzio, era un buon nuotatore ed è quando si immerge la testa sott’acqua che il suono dell’ambiente cambia proprio in quel modo. L’ufficiale vide tutta la propria vita scorrergli davanti: Succede davvero, pensò. Di fronte gli apparvero la moglie e i figli, e lui nel ritrovarsi lì, sulla soglia da cui si accede alla vita eterna, decise di snocciolare tutto quel che conosceva, tra preghiere e invocazioni a Dio, e forse la sua famiglia a casa a Kópavogur in qualche modo le avrebbe sentite, o percepite». © riproduzione riservata
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