La musica perbene, la si riconosce perché non strilla: sussurra. La si ascolta, e pare di avere di nuovo vicino quel bimbo che, un bel giorno, se n'è andato dalla nostra esistenza: lasciandoci soli nei guai dell'età adulta. Eppure il bambino sembra qui, è ancora qui, quando la radio passa le canzoni perbene. Quelle tipo Primavera, di Luca Carboni. «Mi emoziono, sentendo passare di nuovo i motorini truccati… Il profumo dei tigli mischiato a un altro più strano mi fa ricordare che da bambino sognavo di fare il benzinaio… Di colpo, oggi come allora, la stessa fatica a stare in casa e annusando l'aria la stessa smania, la stessa voglia di andare, scappare… Dove non sono stato mai… Primavera… Mi prende un bisogno di leggerezza, al tramonto guardo il mondo e mi viene voglia di tuffarmi dentro e di non lasciarlo mai… Torna come allora una voce, che dice lascia ad altri i progetti troppo lunghi… Arricchisci il tuo tempo e non cercare più del pane quotidiano… Lasciati andare alla vita, e non disperarti mai… Primavera… Primavera…».
Poi le canzoni perbene sfumano, e il bambino con loro. Ma è nella loro natura, in fondo. Tanto la musica perbene è musica che non sussurra stupidaggini: strilla. Strilla di non dimenticarci mai di ascoltarla, strilla di non scordarcelo mai, quel bambino.
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