Tra i tanti presepi digitali postati sotto l'albero di Instagram a Natale ve n'è uno che è divenuto meritatamente popolare, come ha documentato Jacopo Scaramuzzi sul sito di “Famiglia Cristiana” ( bit.ly/2SAOttU ), e un altro che è stato molto discusso. Il primo, sul profilo ufficiale di papa Francesco ( bit.ly/2MBvmfI ), riproduce l'immagine “Lasciamo riposare mamma”, della quale il Papa stesso aveva parlato il 18 dicembre nel corso dell'Udienza generale (vedi la cronaca di Ilaria Solaini sul sito di “Avvenire” bit.ly/39l5zly ): Maria addormentata, Giuseppe che frattanto tiene in braccio il Bambino che si stira e sbadiglia. Le parole di Francesco che l'accompagnano si limitano, qui, al titolo; il resto è nel video che riporta quanto detto durante l'udienza. Il secondo, sul profilo ufficiale di Roberto Saviano ( bit.ly/2ZyBdr3 ), è l'opera “La creazione dell'uomo”, nella quale l'artista britannica Natalie Lennard ha inteso ritrarre il momento preciso del parto di Maria, assistita da Giuseppe. Ha ottenuto 36mila “mi piace”. Lo commenta una sorta di “omelia” di Saviano a «celebrazione» della «nascita del Gesù uomo». L'effetto che viene dalla sovrapposizione del testo all'immagine – pensata dall'autrice per tutt'altra battaglia culturale – è urticante e giustifica il sospetto che «umanizzare» in tal modo Gesù il giorno di Natale sia solo un'operazione acchiappa-clic. Nulla a che vedere con il post del Papa, che, “umanizzando” per una mezz'ora Giuseppe e Maria (quel tanto da consentire alla Madonna un po' di riposo) attraverso statuine tradizionali, con tanto di aureole, ci ha insegnato a comprendere il presepe come un «Vangelo domestico» e ci ha chiesto di «invitare la Sacra Famiglia a casa nostra, dove ci sono gioie e preoccupazioni, dove ogni giorno ci svegliamo, prendiamo cibo e sonno vicini alle persone più care». Dove cioè, come ha sottolineato un commento dall'eco indubitabilmente evangelico, «amare è servire».
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