AVery English Scandal («Uno scandalo molto inglese») è la miniserie tv in tre parti che si conclude stasera alle 21,55 su FoxCrime (canale 116 di Sky). Tratta dall'omonimo libro di John Preston, scritta da Russell T. Davies e diretta da Stephen Frears, racconta la storia di John Jeremy Thorpe (Londra, 1929-2014), parlamentare britannico, leader del Partito liberale dal 1967 al 1976, coinvolto nel più grande scandalo sessuale che abbia scosso il Regno Unito. Uomo di alta classe e cultura, politico brillante e progressista, Thorpe nascondeva la sua omosessualità, all'epoca illegale, ma soprattutto sembrava pronto a far uccidere il proprio amante, il giovane aspirante modello Norman Scott, pur di salvare faccia e carriera. Per farlo avrebbe assoldato un killer pasticcione, Andrew Newton, che armato di pistola anziché colpire Scott avrebbe ucciso il suo cane. Nel 1979 Thorpe fu processato per istigazione all'omicidio, venne assolto e Newton non venne creduto, ma ormai la sua carriera politica era finita, anche se ha continuato a negare tutto. Pertanto, trattandosi nella realtà di un processo conclusosi con un'assoluzione, l'uso del condizionale era d'obbligo. Cosa non necessaria per il libro e per la fiction che invece vogliono dimostrare che quel processo fu una farsa e che il potere politico protesse Thorpe per proteggere se stesso. Farsa e tragedia caratterizzano, appunto, questa miniserie della Bbc che in Inghilterra ha riscosso grande successo, grazie anche alla pregevole interpretazione di Hugh Grant, che dà spessore, con qualche provvidenziale ruga in più sul volto, alla doppiezza del personaggio, alle contraddizioni di un uomo politico di indubbio talento incapace, però, di dichiararsi per quello che è, nascondendosi dietro “finti” matrimoni pur di difendere la propria onorabilità di facciata. In questo senso A Very English Scandal vuol far capire come sia cambiato in cinquant'anni l'atteggiamento verso l'omosessualità, ma soprattutto l'ipocrisia di una classe politica cinica fino all'inverosimile. Inutile dire che qualche situazione molto esplicita poteva essere risparmiata. La serie, però, è di ottima fattura e una volta tanto anche il doppiaggio funziona: collima con l'espressività degli attori.
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