Per la previdenza il Natale è molto più che la ricorrenza di una liturgia oppure un giorno di festa. La "vacanza natalizia" dura infatti ben 40 giorni, cioè il periodo che va dal 1° dicembre al 10 gennaio (così una circolare del Ministero del Lavoro del 2005), durante il quale gli studenti, i pensionati e i disoccupati hanno la possibilità di essere assunti per breve tempo presso i negozi commerciali e nei settori della grande distribuzione, del turismo e dell'enogastronomia.
Il lavoratore occasionale – che deve essere regolarmente assicurato presso l'Inps – non deve però percepire, nel corso dell'anno civile, compensi superiori a 5.000 euro complessivi, rispettando nello stesso tempo il limite di non oltre 2.500 euro per ogni prestazione con lo stesso committente.
In particolare, nel settore alberghiero (hotel, bed and breakfast, villaggi, ostelli, rifugi ecc.) possono utilizzare i lavoratori occasionali solo i datori di lavoro, sia iscritti che non iscritti al Registro delle imprese, che abbiano fino a otto dipendenti occupati a tempo indeterminato.
Gli studenti sono ammessi al lavoro occasionale entro i 25 anni di età e a patto di essere in regola con la frequenza per i propri studi. Le piccole collaborazioni, favorite dalle vacanze, sono invece vietate al di sotto dei 18 anni di età. Per la tutela dei minorenni la legge prescrive particolari limitazioni riguardo all'ammissione al lavoro, alle mansioni da svolgere che non siano gravose, pericolose ecc. Tuttavia la disciplina sul lavoro dei minori – sempre per situazioni occasionali o di breve durata – non si applica per lo svolgimento di servizi domestici in ambito familiare e nelle imprese a conduzione familiare.
Oltre agli studenti, possono aspirare a una "occupazione natalizia" tutti i titolari di pensione, compresi quelli per invalidità, e quanti riscuotono sussidi economici come l'indennità Naspi per la disoccupazione, il trattamento per mobilità ecc.
Quest'anno anche la pensione con Quota 100 è considerata cumulabile con i compensi occasionali nel limite di 5mila euro lordi. Superato questo limite la pensione non è più cumulabile con qualsiasi tipo di reddito e viene sospesa per l'intero anno. Per il vincolo dei 5mila euro – secondo l'Inps – vale anche il reddito riconducibile alle attività svolte nei mesi dell'anno che precedono la decorrenza della pensione.
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