Frenano ancora le macchine agricole italiane nei primi sei mesi dell’anno. I segnali recenti ora sono diventati numeri che preoccupano uno dei comparti industriali più importanti del Paese. I dati del settore sono stati elaborati da FederUnacoma – che raccoglie la gran parte dei produttori del comparto – sulla base delle registrazioni fornite dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti e non lasciano spazio a dubbi. L’organizzazione spiega: «La flessione delle vendite, che prosegue da oltre due anni dopo il picco di vendite registrato nel 2021, ha interessato tutte le principali tipologie di macchine». Per capire, basta sapere che, rispetto al primo semestre del 2023, le vendite di trattrici sono calate del 17,3% (con meno di 9mila macchine immatricolate), mentre quelle delle mietitrebbiatrici hanno segnato -38,7% con 173 mezzi immatricolati. Male anche altre tipologie di macchine: per i transporter (trattrici con pianale di carico) il calo è stato del 16,7%, per i rimorchi è andata un po’ meglio (-4,1%) malissimo invece per i sollevatori telescopici (-24,1%). Da FederUnacoma fanno notare: «Quest’ultima categoria di macchine, apprezzata per versatilità operativa, aveva registrato negli anni passati un significativo incremento delle vendite e si era spesso segnalata per un andamento anti-congiunturale che sembra essersi fermato nel 2022». Numeri pessimi che fanno ragionare imprese e osservatori del settore sulle cause e sulle soluzioni per invertire la tendenza. Se le prime sono presto individuate nelle difficoltà di mercato dell’agricoltura e nell’aumento dei costi di produzione, anche sulle ricette da adottare non ci sono molti dubbi. Servono, dice FederUnacoma, più potenti incentivi pubblici. Questione importante, dalla quale dipendono decine di migliaia di posti di lavoro e l’ammodernamento del parco macchine agricole: un passaggio cruciale per rendere più efficiente la produzione ma anche più sicuri i lavori in campo.
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