Ultime ore per il personale della scuola (direttivo, docente, educativo, amministrativo, tecnico, ausiliario) per scegliere il pensionamento dal prossimo mese di settembre. Una decisione non facile nella nebbia delle numerose regole della riforma Fornero, e da comunicare alla scuola entro il 30 marzo. Stessa scadenza anche per il personale dell'Afam, il settore dell'Alta formazione artistica e musicale. L'invio delle domande deve essere effettuato esclusivamente on line.Da diversi anni, la corsa alla pensione nelle scuole è ormai una costante ed è favorita, questa volta, dalla possibilità di evitare le regole penalizzanti della riforma rispettando i requisiti richiesti per la quiescenza dalla «previgente normativa» alla data del 31 dicembre 2011. Salvo futuri interventi della magistratura, è sfumata la modifica, richiesta a furor di sindacato, di cristallizzare la verifica dei vecchi requisiti alla data del 31 agosto 2012.La tornata in corso riguarda il collocamento a riposo per compimento del limite massimo di servizio, per dimissioni volontarie, per la revoca di una domanda già inoltrata oppure per passare al part time.Per ottenere, dal prossimo 1° settembre, la vecchia pensione di anzianità sono necessari 60 anni di età e 36 di contribuzione (oppure 61 di età e 35 di contributi), oppure 40 anni di contribuzione senza contare l'età, purchè maturati entro il 31 dicembre 2011 e senza alcuna forma di arrotondamento. Accedono invece alla pensione di vecchiaia ante riforma gli uomini con 20 anni di contributi e 65 di età; idem le donne, ma con 61 anni di età.Avendo già maturato i requisiti prescritti, gli interessati sono esclusi dalla opzione per il passaggio al contributivo totale, ferma restando la eventuale quota per il 2012.Il pasticcio dei 15 anni. La riforma è chiara: per le pensioni già maturate entro il 2011 vale la vecchia normativa, mentre dal 2012 valgono le regole Fornero. Non è chiaro però come considerare il vecchio requisito minimo di 15 anni di contributi entro il 1992 per una pensione di vecchiaia della riforma Amato (confermata dalla circ. Inps 34/2012). Stando alle premesse, dal 2012 dovrebbe esistere una sola pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi ed età più elevata. Scompaiono quindi i 15 anni dal 2012 pur continuando ad essere validi solo per le pensioni residue del 2011.Tutto questo però è nel regime Inps. Invece nel regime Inpdap (Stato, enti locali ecc.) per i 15 anni non fu apposto un termine di maturazione, come l'anno 1992 per i privati. Di conseguenza, dovrebbe continuare a valere il requisito contributivo ridotto per tutti i dipendenti pubblici in qualità di semplici assicurati prima del 2012, ma tutti gli attori della riforma, superInps compreso, non hanno dato finora attenzione al problema. Per i dipendenti interessati, donne in buon numero, lo scarto di cinque anni vale una fortuna, anche se la rispettiva pensione sarà soggetta alla quota «contributiva» sul lavoro svolto dopo il 2011.
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