Buona parte della sua fortuna postuma Giuseppe Sarti (1729-1802) la deve a Leporello, il servitore di Don Giovanni che nella scena finale del secondo atto del capolavoro mozartiano allieta l'ultima cena del protagonista facendo riferimento («Evvivano i Litiganti!») all'aria «Come un agnello» tratta appunto dall'opera Fra i due litiganti il terzo gode del compositore faentino, intonata in scena da una piccola orchestra di fiati.Eppure Sarti, citazioni a parte, vanta un curriculum professionale che teme pochi confronti nel panorama musicale del XVIII secolo: allievo di padre Giovanni Battista Martini e maestro di Luigi Cherubini, è stato maestro di cappella presso il Duomo di Milano e la corte di re Federico V di Danimarca, prima di essere invitato dall'imperatrice Caterina II di Russia a San Pietroburgo, dove divenne direttore della Cappella Imperiale, inaugurò il Teatro dell'Ermitage e scrisse, su libretto in cirillico della stessa zarina, L'inizio del governo di Oleg (partitura che ha contribuito in modo determinante alla creazione di un teatro nazionale russo).I corsi e ricorsi della storia fanno sì che oggi a rendere omaggio al repertorio sacro del musicista italiano siano proprio le compagini del Coro e dell'Orchestra del Teatro Mariinsky (ex Kirov) di San Pietroburgo, dirette da Mattia Rondelli e accompagnate da un quartetto vocale formato da Barbara Frittoli, Ekaterina Semenchuk, Dmitri Voropaev e Yuri Vorobiev (cd pubblicato e distribuito da Sony); il programma comprende le prime registrazioni assolute del Gloria e del sontuoso Magnificat, pagine in cui i dettami della musica da chiesa e da teatro dell'epoca riverberano in un caleidoscopio di stili e forme che contribuiscono a individuare i pilastri dell'arte di Sarti, in grado di padroneggiare con assoluta maestria la più complessa tecnica contrappuntistica e di alternare uno sfolgorante respiro corale e orchestrale a momenti di partecipata e sofferta meditazione. L'esito finale della registrazione appare però a tratti penalizzato da una ripresa del suono lievemente sfuocata, che in pagine complesse e articolate come queste risulta invece una prerogativa assolutamente necessaria per la migliore intelligibilità delle molteplici sfumature musicali presenti.
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