Voucher oppure "buono lavoro". Due voci diverse per indicare il nuovo sistema di pagamento fisso dei lavori occasionali, completo di assicurazione Inps e Inail. Iniziato lo scorso anno per mettere in regola giovani, parenti e amici, assunti a giornata nella stagione della vendemmia, il sistema dei voucher è stato esteso ai settori dell'agricoltura, del commercio, del turismo e, da ultimo, anche del lavoro domestico. Un voucher costa alla famiglia 10 euro, si ritira all'Inps oppure via Internet, non ha tasse, comprende tutte le assicurazioni, e la lavoratrice lo riscuote alla posta per il valore di 7,5 euro.
È in questi giorni che, complice la prossima scadenza del 10 luglio per il pagamento dei contributi delle colf e delle badanti (secondo trimestre 2009), in diverse famiglie è sorto il dubbio se sia ancora conveniente proseguire l'attuale rapporto di lavoro domestico, con tutte le formalità richieste dalla legge, oppure passare al sistema del voucher, meno burocratico e meno impegnativo del rapporto fisso. Per chi ragiona solo in termini mercantili, non è un problema troncare il rapporto umano con la persona che ci serve o ci assiste in casa da molto tempo. Per altre famiglie invece, educate a contemperare le diverse esigenze, la scelta del voucher, in alcuni casi, può rappresentare una nuova soluzione.
Intanto la legge è molto chiara e pone dei limiti, nel senso che il rapporto di lavoro domestico, anche se si tratta di una colf occupata per poche ore oppure già pensionata, è soggetto alle normali regole del settore (denuncia, contributi Inps, ferie, buonuscita ecc.) e non può essere sostituito dai buoni lavoro.
Il lavoro domestico regolato dai voucher va riferito invece alle prestazioni svolte in maniera "meramente occasionale". E in questo caso la legge considera occasionali, "col medesimo committente", le attività i cui compensi non superino i 5.000 euro nel corso dell'anno. Si tratta quindi di valutare, caso per caso, se l'attuale apporto della colf alla famiglia sia effettivamente sporadico e compensato al di sotto dei 5.000 euro, indipendentemente dalla durata delle ore lavorate nel complesso della singola prestazione occasionale. Se fossero il compenso di una colf, i 5.000 euro corrisponderebbero in media ad un'attività continua di 10-12 ore settimanali.
Fra altri elementi da valutare va considerato anche che, per quanto riguarda i cittadini extracomunitari, i voucher non consentono né il rilascio né il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. I buoni, inoltre, non danno diritto a prestazioni di malattia, maternità, disoccupazione e assegni familiari. E la lavoratrice occasionale dovrebbe ricevere almeno 24 voucher per coprire la settimana previdenziale di una colf. Secondo la Coldiretti, il valore di 10 euro per ogni voucher non va riferito ad una singola ora di lavoro ma è solo un importo nominale; si commetterebbe infatti una forzatura alla libera contrattazione delle parti.
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