È stata l’equivalente della manna. Anche se non gratis come quella, il suo costo contenuto ha permesso a un popolo di sussistere. I napoletani hanno superato guerre, terremoti, eruzioni, epidemie, ma la fame non è superabile. Ne ha sofferto oppressione fino alla metà del secolo scorso. Eppure, è riuscito a riderne. Ha riso della propria fame. La sua maschera ufficiale, Pulcinella, è l’affamato cronico. ‘O muort’ e famme: quando pronuncio questa espressione in un incontro pubblico spuntano dei sorrisi. ‘O muort’ e famme fa ridere, non per spietatezza, cinismo, ma perché solo il sorriso è stato capace di mitigare la peggiore oppressione subìta dal corpo umano. Questo è il prodigioso traguardo: rivolgere su se stessi l’ironia. Un detto yiddish consiglia: «Se la pentola è vuota, riempila di risate». Considero eroica la formula e la forza necessaria a raggiungerla. Totò, faccia e maschera che si è sovrapposta a Pulcinella, lo ha interpretato nei suoi film. Oggi la pasta è ancora a basso costo, ma si è impennata la spesa per la sua cottura. Il gas, l’elettricità subiscono aumenti a sfondamento di bilanci familiari. Consiglio un aggiornamento: si può far bollire la pasta in pochissima acqua. La si risparmia insieme all’energia necessaria alla cottura.
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