Basta auto diesel e benzina dal 2035, dice il Parlamento europeo. E certo, è giusto continuare a guardare avanti. Ma arrivarci, al 2035. Mancano tredici anni. Quanti secondi impiega un missile Sarmat per piombare su Parigi? 200. E 202 per raggiungere Londra, e 106 per Berlino. E quanti secondi occorrerebbero agli Usa, per rispondere? Scenari apocalittici, naturalmente. Non si deve nemmeno pensarci. Il che però non significa che quei missili puntati non esistano. Non saranno mica così pazzi da premere il bottone, ci confortiamo. Tuttavia, la sensazione è di camminare vicini all'orlo di un abisso, e di parlare d'altro (anche se quest'«altro» significa la Terra che vivranno i figli e i nipoti). Sì, chiediamoci se convenga un'auto a benzina, e programmiamo le vacanze. Resta però qualcosa in sospeso, fra noi, che sgradevolmente si affaccia all'ora di dormire. Quasi che tutto in un istante potesse spezzarsi, senza il tempo neanche di capire. Che belli gli anni in cui il nemico, secondo le personali inclinazioni, erano la Dc, la Chiesa, o i comunisti o i radicali, e i socialisti e poi Berlusconi. Tutti "nemici" immaginari o veri, con cui però si poteva venire a patti. Ora invece è come quando, in una vecchia casa, il pavimento sotto ai piedi cede, e avverti che tutta la struttura trema. Nietzsche: «Quando guardi l'abisso, l'abisso ti guarda». E noi ostinatamente evitiamo di guardare. (Ci vorrebbe una fede da santi. Noi, siamo poveri uomini normali).
© Riproduzione riservata