Il figlio guarda davanti a sé, il viso è florido, baffuto, l’espressione degli occhi chiari è interdetta, malinconica; sulla giacca scura di divisa da militare brillano i bottoni rotondi, la mano guantata di bianco si tiene morbidamente al bracciolo della sedia. Il padre accanto a lui è anziano, sulle spalle ha uno scialletto di lana e in testa una coppola; guarda lontano, la linea del viso scavato che si conclude in un’appuntita barbetta bianca. La fotografia è attribuita al pittore Pierre Bonnard, grande amico del collega Pierre-Auguste Renoir e di suo figlio Jean, futuro regista, i due che sono i soggetti dello scatto. Quello tra i due Renoir, padre e figlio, fu amore felice, un legame mai oscurato da conflitti o rivalità artistiche; scambio amoroso e limpido, invece. L’immagine risale al tempo in cui ferito in guerra in Alsazia, Jean era tornato a casa. Da poco rimasto orfano di madre e adesso con una gamba lesa (una brutta ferita che lo lascerà zoppo tutta la vita), per mesi il padre gli fu di grande e illuminante compagnia. Già anziano e celebratissimo pittore, seppe ogni giorno intrattenere il figlio con conversazioni che erano vere e proprie lezioni di sguardo. Brilla anche profonda riconoscenza, negli occhi interdetti del giovane Jean accanto al vecchio padre, nella posa della foto.
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