martedì 5 marzo 2024
Una boutique a San Babila. La commessa si avvicina premurosa: posso aiutarla? Un bel sorriso, eppure un poco sforzato. Chissà, penso, come dev’essere difficile sorridere così tutto il giorno, quando magari ti stai separando. Devo fare un regalo. La commessa si prodiga nel consigliarmi. Professionale, paziente, e non smette un attimo di sorridere. È elegante in nero, i tacchi alti, perfettamente truccata. Una bella donna che si è lasciata la giovinezza alle spalle. Oltre i cinquanta, direi. Sotto il trucco le palpebre hanno perso freschezza, la linea delle labbra in realtà è un po’ amara. Guardo la mano sinistra, anelli, non la fede. Divorziata, sola? Gli occhi: scuri, devono essere stati molto belli. Ma ora sotto tutto quel rimmel sembrano lasciare affiorare il sottile spavento di chi fissa un futuro incerto. Nei negozi di lusso, si sa, le commesse devono essere giovani. Questa bella signora ha ormai troppe rughe sulle mani. E quel sorriso pare quasi un automatismo: una maschera che la donna indossi al mattino e si tolga la sera, quando s’ infila stanca in metrò, verso casa. Dove chissà, se qualcuno l’aspetta. Temo di no, a guardarla negli occhi: così ostinati nell’apparire lieti, eppure con quel tracimare di tristezza. Le boutique di Montenapo si disfano delle commesse mature. Giovani occorrono: e altere, quasi dee di un lusso da sognare. © riproduzione riservata
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