È meglio che ce lo diciamo subito: dal punto di vista della comunicazione, e segnatamente di quella digitale cui guardo, il Sinodo del 2015 pare ripartire là dove si era concluso quello del 2014, e cioè mettendo in scena un'assemblea sinodale, e di conseguenza una Chiesa, polarizzata. Provando a chiamare per il momento "gli alfa" e "gli omega" i due poli, vedo infatti che alfisti e omeghisti si dividono equamente i titoli "verso il Sinodo", almeno nella blogosfera ecclesiale italiana. Mi torna perciò in mente il discorso che papa Francesco aveva pronunciato il 18 ottobre 2014, al termine del Sinodo (http://tinyurl.com/olpj7av ). All'epoca aveva riconosciuto i momenti "di desolazione e di tensione" attraversati da quell'assemblea straordinaria, mettendoli sul conto di quattro coppie di «tentazioni» (a me era rimasta più impressa, per la sua efficacia comunicativa, la coppia «trasformare la pietra in pane» / «trasformare il pane in pietra»). Ma aveva anche stigmatizzato il fatto che «tanti commentatori, o gente che parla», avessero immaginato «di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l'altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell'unità e dell'armonia nella Chiesa». Raccomandando invece una «tranquillità» e una «pace interiore» sorrette dal fatto che, al Sinodo, «la presenza del Papa è garanzia per tutti».Suggerisco allora a me stesso e a chi altro, in quanto «generatore di contenuti», si prepara a seguire sulla Rete questa nuova Assemblea qualche buon proposito, nell'imminenza dell'apertura. Intanto di essere possibilmente più «commentatori» che «gente che parla». Poi di non dubitare dello Spirito Santo. E infine, rassicurati dalla presenza del Papa, di cercare un modo tranquillo e interiormente pacificato per definire e descrivere quelli che, sulle questioni che il Sinodo affronterà, esprimeranno convinzioni, idee, vedute, sensibilità lontane dalle nostre.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: