L'agricoltura spinge in alto l'industria delle macchine per i campi. Talmente in alto da raggiungere la bella cifra di 6,6 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2003). Ma, intanto, i fabbricanti di trattrici e di tutto quanto serve alla produzione agricola devono fare i conti con un cambiamento sensibile dei mercati di questo comparto. Si tratta di un segnale importante, che la dice lunga su come si sta evolvendo l'agricoltura nel mondo. Un processo che sta modificando anche la natura degli stessi macchinari.
Il fatturato miliardario delle industrie italiane ha confermato la loro posizione ai primi posti nel mondo. Complessivamente - stando ai dati resi noti da Unacoma (l'unione delle imprese specializzate nella produzione di macchine agricole) nel corso dell'apertura dell'Eima di Bologna, la più importante rassegna del comparto - a fine anno si dovrebbe raggiungere una produzione di 923.000 tonnellate complessive, di cui circa 293.000 relative alle trattrici per circa 81.400 unità. La produzione sarà assorbita per il 36% dal mercato interno e per il 64% dai mercati esteri.
L'industria nazionale - è stato fatto notare fra i padiglioni della manifestazione - registra infatti una flessione delle vendite in Europa occidentale pari al 5%, ma incrementa le proprie esportazioni del 50% sui nuovi mercati dell'Europa Centro-Orientale, e del 40% negli Stati Uniti. In quest'ultimo caso gli investimenti nella meccanizzazione sono favoriti dal nuovo regime di aiuti alle imprese agricole messo in atto dal governo. Buon andamento delle esportazioni anche in Australia e nelle aree dell'Estremo Oriente. Insomma, a trainare le produzioni italiane di macchine agricole non sono più le imprese nostrane, ma quelle di agricolture fino a poco tempo fa considerate in ritardo rispetto alle nostre. L'entrata nella Ue di buona parte degli Stati dell'Europa dell'Est potrebbe ancora accelerare questo fenomeno. E, per il 2005, si prevede un incremento della produzione.
Ma il vero traguardo sembra essere ancora un altro. Più che sulla quantità, i costruttori si stanno orientando con decisione sulla crescita della qualità e della tecnologia, sia in termini di specializzazione e di risparmio energetico delle lavorazioni, sia per quanto riguarda gli stessi materiali di costruzione.
La presentazione del primo trattore biodegradabile al mondo è una anticipazione importante di quanto avverrà fra poco. E non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di un vero e proprio progetto per una macchina con telaio, pneumatici e carrozzeria biodegradabili, ad eccezione del motore a celle d'idrogeno e di alcune parti residue (cerchioni, rulli per cingolature ecc.) che sono comunque riciclabili. Un progetto che parte da una constatazione strettamente economica: l'aumento del prezzo del petrolio e dei prodotti metallici sul mercato mondiale ha registrato nell'ultimo anno rincari in dollari intorno all'80%.
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