Anche l'agricoltura riceve qualcosa dall'ultimo provvedimento del Governo per il “sostegno” dell'economia italiana. Attenzione dovuta, per un comparto che aveva già ricevuto da Mario Draghi un apprezzamento che aveva fatto felici gli agricoltori, il presidente del Consiglio, infatti, aveva posto tra i suoi obiettivi l'impegno a «promuovere un'agricoltura migliore, filiere produttive sostenibili e stili di vita salutari». Nel decreto “Sostegni”, dunque, i produttori agricoli hanno trovato il taglio del costo del lavoro con l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Si tratta di uno stanziamento di 300 milioni di euro che arriva affiancato da altri 150 destinati al Fondo del ministero delle Politiche agricole che ha l'obiettivo di sostenere le filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura. «Misure necessarie di fronte agli effetti della chiusura delle attività di ristorazione che si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare», ha commentato Coldiretti aggiungendo che si sono verificate disdette a cascata di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Buon passo quello dell'esecutivo, dunque, anche se gli agricoltori adesso si aspettano celerità nell'esecuzione delle promesse. Confagricoltura, tra l'altro, ricorda che precedenti aiuti erano stati rallentati dalla burocrazia «lasciando alcune filiere ancora senza gli aiuti deliberati dai precedenti provvedimenti legislativi». Che, comunque, occorra fare presto e bene lo sanno tutti. Anche sulla base degli ultimi dati di mercato. Cia Agricoltori Italiani, ha fatto notare che solo a gennaio le esportazioni agroalimentari nazionali hanno avuto un taglio del 5% che in alcuni mercati è stato addirittura a due cifre (nel Regno Unito il taglio è stato pari a -27,7%, negli Usa si è arrivati al -17% circa). Da qui una delle richieste più pressanti da parte della filiera: oltre a sostegni immediati e veloci, l'agroalimentare ha necessità di accordi commerciali forti per continuare a vendere in tutto il mondo il meglio delle produzioni che riesce ad ottenere. Intese che, per forza di cose, dovranno passare non solo dalla capacità degli operatori del comparto, ma anche dalla diplomazia italiana a Bruxelles così come in tutto il mondo. Vedremo se “l'effetto Draghi” sarà capace di tanto.
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