La regina Cristina di Svezia si annoiava molto nel suo paese sepolto nella neve, in mezzo a rigidi protestanti e alle pressioni dei cortigiani che la volevano a tutti i costi maritare per perpetuare la regale stirpe che aveva dato, nel padre di Cristina, Gustavo II Adolfo, un eroe alla Svezia e allo schieramento protestante nella guerra dei Trent'anni. Per un po', si dilettò a prender lezioni di matematica dal grande Cartesio, che fu però ben presto ucciso dai rigori dell'inverno svedese. Fu così che Cristina decise di convertirsi al cattolicesimo e di trasferirsi a Roma. Ma siccome aveva un alto senso della sua regalità, decise che di Roma sarebbe stata la regina. Si fece precedere da casse innumerevoli contenenti i preziosi dipinti e arredi razziati come bottino di guerra all'imperatore d'Asburgo, e fuggì a Roma dove fu accolta con tutti gli onori. Onori che non fece grandi sforzi per ricambiare, dal momento che condusse vita apertamente sregolata, predilesse eretici e alchimisti, insomma ne fece proprio di tutti i colori. Riunì intorno a sé letterati ed artisti e lasciò gran traccia di sé a Roma: il suo palazzo alla Lungara, i suoi quadri e la sua fama. Fu sepolta nei sotterranei del Vaticano, si disse per poter tener d'occhio almeno le sue ossa irrequiete.
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