Niente religione sui nostri social: lo afferma un americano su sei
venerdì 23 giugno 2023
Un articolo dello statunitense “Pew Research Center”, pubblicato sul sito il 2 giugno scorso (bit.ly/3PtCs71), ha riepilogato e commentato i risultati di un’approfondita indagine sull’uso delle tecnologie digitali per finalità religiose, con particolare riguardo alle pratiche di culto (aspetto su cui il “Pew” aveva anticipato qualche risultato a fine marzo bit.ly/3MEADmf). Lo studio come tale potrebbe alimentare molti post; con giusta ragione Jeff Diamant, uno degli autori dell’articolo, vi è appena ritornato sopra (bit.ly/3NS5c8x) per enfatizzarne un dettaglio che nel titolo sintetizza così: «Un americano su sei ha preso delle misure», come smettere di seguire, togliere l’amicizia o bloccare il contatto, «per vedere meno qualcuno sui social media a causa dei contenuti religiosi» che questi ha postato. L’articolo differenzia le percentuali di questi “antireligiosi digitali” in base all’appartenenza religiosa dichiarata, al grado di impegno religioso, alle preferenze politiche e all’età. Semplificando, si può dire che si tratta di persone atee o agnostiche, che partecipano poco o per nulla alle funzioni e non danno importanza alla religione nella propria vita, che simpatizzano per il Partito democratico e che hanno meno di trent’anni. Facile ricavare il profilo opposto: chi è meno disturbato dai contenuti religiosi online è cattolico, ha un alto livello di impegno, vota repubblicano ed è over 50. Quanto alla percezione soggettiva di chi è stato bloccato o non più seguito a causa dei contenuti religiosi che pubblica, essa è molto bassa: il 3% del campione (circa 11mila persone). Ma il dato a mio parere più significativo tra quelli estratti in questo articolo è così riportato: tra gli adulti statunitensi in generale, solo «il 17% dichiara di pubblicare informazioni sulla religione sui social media. Il 2% lo fa quotidianamente, il 3% settimanalmente e il 12% mensilmente o meno spesso». Stiamo parlando di un paese nel quale la religione ha tuttora uno spazio significativo nella vita sociale, e nel quale una quantità di soggetti religiosi si affida ai mezzi di comunicazione di massa – televisione e web soprattutto – per diffondere il proprio messaggio. Eppure «la stragrande maggioranza degli americani afferma di non postare mai informazioni sulla religione sui social media». © riproduzione riservata
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