Che il 25 dicembre sarà Natale lo sanno tutti. O quasi. Ciò che alcuni italiani non sanno – per esempio – è che il 25 dicembre sarà Natale anche in Argentina. L'abbiamo scoperto utilizzando un programma che analizza le ricerche fatte sul web partendo da un vocabolo (in questo caso “Natale”) e le suddivide in diversi campi (“come”, “sono”, “perché”, “siamo”, “cosa”, “quale”, “dove”, “chi”).
Andiamo con ordine. Nella sezione “come” le ricerche più popolari sono al momento “come fare gli auguri di Natale”, “come vestirsi a Natale” e “come apparecchiare a Natale”. Nella sezione “quando” svetta la ricerca “quando viene Natale”, seguita da “quando è Natale in Argentina” (e da “quando è Natale in... Russia, Cina, Ucraina, Grecia, America”). Sotto l'etichetta “chi”, le ricerche fatte dagli italiani vedono al primo posto “chi festeggia Natale”, seguite da “chi viene a Natale”, “chi ha inventato Babbo Natale” e “chi canta A Natale puoi”. Veniamo al “cosa”. Qui le ricerche si concentrano soprattutto tra “cosa regalare”, “cosa significa (il Natale)”, “cosa fare”, “cosa cucinare”, “cosa si festeggia” e “cosa indossare”. Pochi dubbi invece attorno al “siamo”: la maggioranza delle ricerche è “siamo a Natale tutti più buoni”, che poi si divide tra chi ne cerca il motivo e chi invece è a caccia di frasi famose sul tema della bontà a Natale. L'etichetta “sono”, accanto a ricerche come “a Natale sono tutti più buoni” svela anche pieghe tutt'altro che festaiole come “sono solo a Natale”, “sono triste a Natale”, “sono tutti felici tranne me”. Sotto l'etichetta “perché” appaiono per prime queste ricerche: “perché Natale si festeggia il 25 (dicembre)” e “perché Babbo Natale è rosso”. Seguita da “perché Natale ortodosso (è a) gennaio”. Se lanciamo su Google la sola ricerca della parola “Natale”, i risultati che appaiono nel più grande motore di ricerca del mondo ci svelano una realtà che dovrebbe farci riflettere una volta di più: a parte un boxino, in alto destra, con la definizione presa da Wikipedia (“Il Natale è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù: cade il 25 dicembre per la maggior parte delle Chiese cristiane occidentali e greco-ortodosse...”) nelle prime pagine dei risultati la parola Natale non è mai associata con la festa religiosa né rimanda ad articoli presi da siti collegabili alla galassia cattolica o più in generale al mondo di chi crede. Ci sono le mete di viaggio consigliate, i lavoretti, gli addobbi, i consigli per i regali migliori e le ricette natalizie per fare bella figura. Ci sono idee, consigli, frasi e persino canzoni. Ma non c'è mai il “fatto religioso”.
A darci un bagliore di speranza sono le cosiddette ricerche correlate, suggerite da Google: tra “immagini di Natale”, “Natale da chef”, “Natale frasi” e “Natale a New York”, c'è anche un “Natale significato”. Quest'ultima ricerca compariva anche nel primo programma utilizzato. Il quale, in una sezione dedicata alle “preposizioni”, ci svela che molti italiani hanno fatto e fanno ricerche anche su “Natale senza regali”, “Natale senza te mamma”, “(il primo) Natale senza mio papà”, “Natale senza i propri cari”. E ancora: “Natale per i bambini”, “Natale per gli ebrei”, “Natale per gli ortodossi”, “Natale per i musulmani”, “Natale perfetto”. Tutte queste ricerche – pur con i limiti che possono avere – credo ci svelino soprattutto due cose: troppo spesso diamo per scontato che tutti sappiano (e sentano) quello che sappiamo noi (vedi le ricerche tipo: quando si festeggia il Natale in...) e anche che il Natale cristiano sia ancora al centro dei pensieri di moltissime persone. Non solo, lo è poco. Ma rischia ogni anno che passa di essere messo sempre di più in disparte. Dentro e fuori il web. Tocca a noi decidere come provare a invertire la rotta, non solo nel mondo digitale. E per farlo servono contenuti che non abbiamo paura di rispondere, partendo dalle domande apparentemente più scontate come: qual è il significato del Natale?
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