Nazionale: c’è un po’ di tutto e di più, tranne un bomber
martedì 19 novembre 2024
La commedia all’italiana, “Nazionale atto II”, si è chiusa con un mezzo lieto fine: sconfitta 1-3 con la Francia, ma è 2° posto, dietro ai francesi vicecampioni del mondo che vuol dire passaggio ai quarti di Nations League. Questa sagra inutile del pallone europeo, a uso e consumo della Uefa, blanda rievocazione del Mundialito per club anni ’80 (Cruyff che si esibiva con la maglia del Milan) piace solo ai bambini (la maggioranza dei 68mila di San Siro per Italia-Francia) che vanno allo stadio con il cartello con su scritto: “Tonali ti prego, mi puoi regalare la maglia”. Ma a noi è servita per cancellare l’atto I dell’Italia di Luciano Spalletti: lo psicodramma dell’eliminazione, agli ottavi, dagli Europei del 2024. Poi, da settembre, con gli esami di riparazione, si è rivista la vecchia “banda Mancini”, corretta e aggiornata da Lucio da Certaldo che ha fatto 13. Tanti i punti ottenuti nel girone, chiuso alla pari con la Francia che però si prende il 1° posto per via della differenza reti (15-14). Perdere ma con un solo gol di scarto sarebbe bastato per mantenere il primato. Ma contro i francesi, privi anche della stella Mbappè, oltre a far giganteggiare l’ex juventino Rabiot (doppietta con doppia inzuccata) non si è vista la solita cattiveria agonistica per tutti i 90’ e soprattutto è mancata quella manovra fluida e dirompente. I ragazzi di Spalletti sono andati al tiro appena due volte. Un tiro per tempo: il primo ha fruttato il gol del duttile Cambiaso e il secondo, una legnata del redivivo cecchino Kean (11 gol finora tra campionato e Coppa con la Fiorentina) intercettata da Maignan. Troppo poco per impaurire i vivaci galletti di Deschamps che così hanno fatto crollare l’imbattibilità dell’Italia. Ora non fasciamoci la testa, ma anzi, proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. E questo mostra una Nazionale che ha un’idea di gioco e anche di bel gioco. Ha vinto in Francia, all’andata, e in Belgio giovedì scorso dominando e sperimentando: Barella in regia e il suo sosia biondo, Rovella, pronto a fare “barellismo” a centrocampo. La difesa è solida barricadera centralmente (Gatti, Bastoni, Bongiorno ok) e sa essere anche offensiva, a destra con la garanzia Di Lorenzo e a sinistra con Dimarco che crea sempre delle situazioni di pericolo per gli avversari, e il suo sostituto Udogie non è da meno. La forza, come detto, risiede nel centrocampo dove, tranne che con la Francia a San Siro, si è vista armonia orchestrata da un Tonali stellare. L’enigma, da un decennio in qua, è l’attacco. Perché in questa Nazionale segnano un po’ tutti ma un po’ meno gli attaccanti di ruolo.
Al momento, sulla carta l’unico bomber puro è Retegui , che in azzurro è prezioso ma non implacabile come nell’Atalanta: capocannoniere della Serie A con 11 gol in 12 partite. L’oriundo argentino da solo non può salvare la patria, e ai quarti di Nations League ci toccherà una tra Spagna, Portogallo e Germania. Sono più forti di questa Nazionale spuntata? Lo scopriremo solo giocando. © riproduzione riservata
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