National Geographic sul ponte di Genova
martedì 14 maggio 2019
Dalla prima serata di giovedì 16 alla seconda di domenica 12 maggio. National Geographic ha anticipato la messa in onda del documentario Il ponte di Genova: cronologia di un disastro preferendo una seconda serata a una prima per battere sul tempo un lavoro analogo (Genova – Il giorno più lungo, di Magnolia - Banijay Group) in programma stasera alle 21,25 su Nove con la testimonianza, fra gli altri, del cardinale Angelo Bagnasco. In ogni caso le tv fanno bene a mantenere viva la memoria su quanto successo alle 11,36 del 14 agosto 2018 quando un'arcata del Ponte Morandi, che collega la riviera di Levante con quella di Ponente, crolla portando con sé duecento metri di asfalto e di cemento, auto e camion e soprattutto 43 vite umane, feriti e centinaia di sfollati. National Geographic (canale 403 di Sky) torna così a quella vigilia di Ferragosto raccogliendo soprattutto le testimonianze dei sopravvissuti. Dapprima ascoltando perché in quella brutta e piovosa mattina di mezza estate si trovavano sopra, sotto o nei pressi del Morandi e poi le drammatiche fasi del soccorso. Ma anche le lacrime e il dolore dei parenti di chi non ce l'ha fatta che raccontano l'ultimo contatto con i loro cari. E poi i vigili del fuoco, gli eroi dei momenti successivi, accolti nel caso specifico con un lungo e commovente applauso nel giorno dei funerali di Stato. Di quei salvataggi impossibili, il documentario di National Geographic ci propone tra gli altri quello spettacolare quanto drammatico di un camionista rimasto bloccato nella cabina del suo camion staccatasi dal resto del mezzo e rimasta sospesa nel vuoto a decine di metri da terra. Ma anche la forza disperata di una madre che sotto le macerie ha guidato i soccorritori alla salvezza della figlia ormai allo stremo. Il documentario punta sull'aspetto emotivo, ma non poteva essere diversamente per un racconto dentro la tragedia come questo. Lo fa comunque senza trascurare opportune note tecniche sulle cause del crollo ricorrendo anche a efficaci ricostruzioni animate con le varie ipotesi: dal fulmine al cedimento strutturale. Il tutto in funzione di un interrogativo finale: cosa si può fare per evitare in futuro il ripetersi di simili incidenti?
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