Elon Musk ha annunciato che la sua azienda Neuralink ha completato con successo l’impianto di uno dei suoi chip cerebrali wireless in un essere umano. L’azienda spera di collegare gli esseri umani ai computer per aiutarli a gestire condizioni neurologiche complesse. Il primo test su esseri umani è considerato importante da qualsiasi azienda di dispositivi medici e apre la via verso la diffusione di una tecnologia.
Alcuni concorrenti di Musk hanno già impiantato dispositivi simili: Blackrock Neurotech e Precision Neuroscience li stanno sviluppando da tempo. Nel 2004 Blackrock Neurotech ha installato la prima di una serie di interfacce cervello-computer. Precision Neuroscience, lanciata dai co-fondatori di Neuralink, si concentra sull’assistenza alle persone affette da alcune malattie. L’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (Epfl) in Svizzera, che ha consentito a un uomo paralizzato di camminare semplicemente pensando, è tra le altre istituzioni che hanno fatto progressi simili. Il risultato è stato raggiunto installando nella colonna vertebrale e nel cervello impianti elettronici che potrebbero comunicare wireless con i piedi e le gambe. Nel maggio 2023 la scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature.
Le affermazioni di Musk non sono state oggetto di verifiche indipendenti, né Neuralink ha fornito informazioni sulla procedura che afferma di aver seguito. In passato la Food and Drug Administration (Fda) americana aveva criticato Neuralink per non aver mostrato alcuna verifica indipendente dei suoi risultati, e nel dicembre 2022 l’agenzia Reuters ha riferito che l’azienda ha condotto test che hanno causato la morte di circa 1.500 animali, tra cui pecore, scimmie e maiali. Nel marzo 2023 la Fda ha concesso a Neuralink il permesso di testare il chip su esseri umani. Lo studio prevede l'utilizzo di un robot per posizionare chirurgicamente 64 fili flessibili, più sottili di un capello umano, in una parte del cervello che controlla l’intenzione di movimento. Il robot utilizzerà un’impronta cerebrale alimentata in modalità wireless per registrare e inviare i segnali cerebrali a un dispositivo in grado di decodificare i movimenti di un individuo. Musk ha annunciato che il primo prodotto di Neuralink, Telepathy, consentirà agli utenti di controllare i loro telefoni o computer semplicemente pensando. La maggior parte di questi dispositivi, tuttavia, richiede un intervento neurochirurgico invasivo, e attualmente è in fase di sperimentazione.
Aspettando di avere più dati sull’annuncio di Musk, ci sono due elementi che fanno pensare. Il primo è il ruolo di Musk stesso. Già in un ambito come quello spaziale il miliardario è riuscito a cambiare le regole del gioco: un settore che era gestito da grandi compagnie di Stato e finalizzato alla ricerca o a scopi militari è riuscito con SpaceX e con Starlink a trasformalo in un grande mercato. Vorrà forse fare la stessa cosa con Neuralink, trasformando la ricerca neuro-scientifica in un nuovo profittevole mercato? Il secondo elemento è di prospettiva: se Neuralink è in grado di sviluppare impianti biotecnologici in grado di interagire con il cervello, chi ci garantisce che questi siano pensati solo per permettere alla persona di esprimersi e muoversi e non diventeranno invece strumenti per cambiare il funzionamento del sistema nervoso mentale e magari alterare stati mentali e cognitivi? Anche nelle tecnologie impiantabili abbiamo bisogno di algoretica.
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