Un elenco incredibile di marchi: Ferrari, Maserati, Lamborghini, Dallara, Pagani, Minardi, Ducati, Energica… Ma com’è che tutte queste aziende dell’alta tecnologia dei motori si concentrano in un fazzoletto di terra, in una parte dell’Emilia Romagna, tra Piacenza e Cattolica, in un distretto industriale e culturale dove sono nate e hanno tuttora sede alcune delle industrie automobilistiche e motociclistiche più importanti al mondo? A rispondere ci prova la docu-serie Veloce - La Leggenda della Motor Valley, prodotta da Rice Media in collaborazione con Rai Documentari, firmata da Filippo Cellini, Massimo Calandri, Giulia Moriggi e Paolo Civati con la regia di quest’ultimo, andata in onda venerdì in un’unica serata su Rai 2, mentre era stata inizialmente e giustamente prevista in due parti e due serate. In effetti le tre ore al netto della pubblicità sono apparse un po’ troppe anche per gli appassionati di motori, senza per questo nulla togliere al valore di un’indagine storica e sportiva, che ha aperto le porte delle aziende che hanno fatto grande la Motor Valley, anche se poi non risponde alla domanda iniziale solo perché non ci sono ragioni scientifiche, bensì intere generazioni con nel cuore i bolidi a quattro e due ruote, con la passione per la velocità che, stando al nove volte campione del mondo di motociclismo Valentino Rossi, «è come una droga, ce ne vuole sempre di più». Ma oltre la velocità, la docu-serie spiega bene la combinazione tra tecnologia e bellezza, che spinge le aziende a realizzare prodotti sempre più raffinati, guardando anche al futuro, ai motori elettrici. Alla fine, però, un padre di tutto si trova: Enzo Ferrari, fondatore dell’omonima scuderia. Ed è appunto con le sue parole che si chiude la docu-serie: «Se dovessi dire che quando sono partito pensavo di farmi qualcosa di più di una sola macchina direi una bugia».
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