Se ci sono delle sbavature sono volute. A Marco Castoldi in arte Morgan non puoi chiedere un programma senza imperfezioni. Qualcosa di scombinato è inevitabile. Ecco allora che il prefisso del titolo Stramorgan può rifarsi a strano, stravagante o addirittura straordinario o forse più semplicemente a Strabioli, nel senso di Pino che con Morgan firma e conduce il programma andato in onda su Rai 2 per quattro seconde serate, da lunedì a giovedì, proponendo ogni volta un grande cantautore (Domenico Modugno, Umberto Bindi, Franco Battiato e Lucio Battisti), raccontando la storia, il percorso musicale e (cosa piuttosto originale) le contaminazioni con la musica internazionale collegando Modugno a Elvis Presley, Bindi a Freddy Mercury, Battiato a Brian Eno e Battisti a David Bowie. Ci sono state anche delle polemiche sullo slittamento dell’orario di messa in onda e gli ascolti non sono andati bene. Ciò non toglie che sia apprezzabile il carattere sperimentale del programma e che ci siano stati momenti di buona televisione soprattutto con le cosiddette «visite guidate» nei principali brani dei quattro cantautori. Esemplare l’analisi di Vecchio frack con relativo e interessante collegamento con Meraviglioso come antefatto, come tentativo da parte di un «angelo vestito da passante» di salvare l’uomo in frack dal suicidio. Ma c’è un altro brano di Modugno, Io, che a giudizio di Morgan svela tutto: «L’uomo in frack e l’angelo sono la stessa cosa, sono vivi nella gioia e nell’amore». Altre «visite guidate» sono riuscite forse meno coinvolgenti e non tutti gli ospiti sono stati all’altezza della situazione, ma nelle sue «lezioni di musica» Morgan, con la sua caratteristica voce fioca, ha mostrato preparazione e competenza fornendo di sé un’immagine piuttosto assennata, distante da quella trasgressiva che lo ha contraddistinto finora.
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