Di don David Michael Moses – padre David secondo l’uso anglosassone, che chiama «father» anche il sacerdote diocesano – mi sono già occupato in una puntata di «WikiChiesa» dell’aprile 2022, incuriosito da una sua impresa: 73 ore in confessionale, durante la Settimana santa. Questo precedente mi consente di misurare il notevole incremento di popolarità che egli ha conosciuto sui social in poco più di due anni: ad esempio, gli iscritti al canale YouTube sono quadruplicati e le visualizzazioni complessive dei video sono salite da 800mila a oltre 15 milioni, ovvero 20 volte tanto.
David Michael Moses - .
Non meno significativa la crescita di quelli che lo seguono su Instagram: oggi sono 404mila, cioè quelli di due anni fa, 33mila, moltiplicati per 12. A suo tempo non avevo registrato i dati di TikTok, ma oggi posso riportare anche questi: i follower sono 122mila, i like 3,3 milioni. Padre Moses ha 30 anni ed è di Houston (Texas): nella relativa arcidiocesi di Galveston-Houston è entrato in seminario, è stato ordinato e attualmente esercita il suo ministero come vicario, presso la parrocchia di Cristo Buon Pastore a Spring (che da Houston dista 40 chilometri).
Dal suo sito personale risaltano soprattutto due iniziative: i “Concerts for Life”, nel corso dei quali esegue canzoni pop di sua composizione, e i cui proventi hanno già fruttato 800mila dollari a beneficio di donne che portano avanti gravidanze difficili; il “Pilgrim Rosary project”, ovvero la proposta di acquistare (a 24,99 dollari) un particolare rosario che, essendo dotato di QR code, può essere monitorato ogni volta che lo si usa sull’omonimo sito (dove però, attualmente, le vendite sono sospese e la mappa dei “rosari pellegrini” non è attiva).Non sono tuttavia né i concerti né i rosari ad alimentare la popolarità digitale di padre Moses.
Ciò che egli comunica con passione e tenacia è – oggi come due anni fa – l’immagine del sacerdote: in clergyman o in talare, all’aperto o in un interno, durante una liturgia o davanti a un notebook. Di tale comunicazione il cliccatissimo video di 30 secondi “I’m a catholic priest” (5,2 milioni di visualizzazioni su TikTok, 579mila like, quasi 29mila condivisioni) rappresenta il prototipo.
Scendendo da un’auto di colore scuro, scherza: «Sono un sacerdote cattolico: naturalmente chiedo sempre se è disponibile nera», e mentre si sfila il “colletto” dalla camicia sorride: «…No, in realtà non gira tutto intorno». E di seguito, sempre premettendo di essere un sacerdote cattolico: «…naturalmente mio padre mi chiama “padre”»; «…naturalmente ascolterei la tua confessione all’aeroporto»; «…naturalmente racconto la storia di quando, al liceo, uscivo con la mia ragazza e in qualche modo la collego alle letture (della messa)». Infine, con i paramenti addosso: «…naturalmente sto solo cercando di portare quante più persone possibile in paradiso».