Le risposte di Albertine, suora giovane e autentica
martedì 18 giugno 2024

«Può sembrare sorprendente, ma io, che non ho soldi, non ho una carriera, non ho una relazione sessuale, sono molto felice e non sono una tipa pallosa... ». Appena ha finito di pronunciare questa frase Albertine Debacker – per i social: soeur.albertine – scoppia in una gran risata. E ottiene gli applausi dello studio televisivo del popolare talk-show “Quelle Epoque!”, dove è ospite il 4 maggio 2024 (l’intervista inizia al minuto 135), nonché dei suoi fan che rivedono i vari spezzoni a centinaia di migliaia sui social.

Suor Albertine, nata a Lille nel 1995, vive a Lione, dove fa parte della Comunità Chemin-Neuf che in questa città ha avuto origine; si definisce «missionaria», tanto in un liceo cittadino quanto negli ambienti digitali. La sua è una vocazione quasi-adulta: la scelta della vita consacrata matura a 23 anni (dopo che aveva studiato economia e fatto qualche esperienza professionale), anche se più volte ha detto di essersi «innamorata di Dio» quando di anni ne aveva solo 16. Come la maggior parte dei suoi odierni compagni di missione digitale, i social media sui quali è più seguita sono Instagram (221mila follower) e TikTok (142mila); su Facebook e YouTube è pure presente, ma in forme meno significative.

Dal web la sua popolarità si è già riverberata sui media tradizionali: se si lancia una ricerca su Google la si trova intervistata, nell’arco degli ultimi 18 mesi, da “Franceinfo” e da “Radio France”, da “TF1” e da “L’Équipe”, come testimoniano le note, più lunghe del testo, della voce di Wikipedia a lei dedicata. A “Elle” spiega che parlare di fede non significa cercare di manipolare le persone o fare del proselitismo, ma che se nessuno avesse mai trasmesso il proprio credo non ci sarebbero le religioni; del suo successo digitale dice che è stato inatteso e che non si basa su nessun modello di business. A “Le Figaro” racconta con parole convincenti e senza alcun eccesso di enfasi la propria vocazione, il profilo di Chemin-Neuf e la vita di comunità che vi si conduce e poi prosegue spiegando perché, per rivolgersi ai giovani, è necessario parlare la lingua dei social network.

Secondo le regole della buona comunicazione social i video di suor Albertine sono semplici, girati con uno smartphone, di solito sottotitolati. Lei vi compare senza velo, vestendo semplicemente una camicetta bianca e una gonna beige, mentre appesa al collo è ben visibile la croce: le piace smentire i tanti pregiudizi relativi alle «suorine». Ciò che la mette in comunicazione con i suoi coetanei bisognosi di spiritualità (non sono battezzati e non hanno mai ricevuto il lieto annuncio, ovvero hanno poca o nessuna memoria delle cose della fede apprese nella fanciullezza), è certamente la disponibilità a rispondere «a qualsiasi domanda». I suoi account sono letteralmente farciti di risposte: semplici senza prendere la scappatoia della battuta, affettuose ma capaci di indicare quali responsabilità prendersi. Appare autentica: davvero non si fa fatica a comprendere perché susciti tanta attrattiva.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI