Suor Bethany, una paolina in missione su Tik Tok
lunedì 30 dicembre 2024

Ha un profilo vocazionale il contenuto della missione digitale di suor Chelsea Bethany Davis, delle Figlie di San Paolo, per gli amici online @SrBethanyFSP. Ha 33 anni. Cresciuta in una famiglia contadina del Maryland, prima di sei figli, ha scelto le “paoline” attratta dal loro carisma: l’evangelizzazione attraverso i media. Entra in convento a 20 anni e quattro anni dopo, nel 2015, emette i voti temporanei, mentre quelli perpetui arrivano nel 2022; poco dopo si iscrive alla Catholic University of America.

Suor Bethany

Suor Bethany - .

La sua attività online prende corpo tra il 2019 e il 2020: è tra le protagoniste dell’hashtag di suore paoline #medianuns, che le vale una prima popolarità e persino un articolo sull’inserto “Donna Chiesa Mondo” de “L’Osservatore romano. Oggi la troviamo soprattutto su TikTok, con quasi 200mila follower, mentre su Instagram i follower sono “solo” 32mila e su X pochi di meno, 28mila. L’immagine di lei che più di tutte circola in Rete, e nella quale lei stessa si identifica, la coglie mentre tiene in braccio una statua di Gesù a grandezza (quasi) naturale, come a dire: «Ovunque vada, lo porto con me».

In testa alle visualizzazioni su TikTok c’è un filmato di due minuti nel quale suor Bethany, in primo piano, risponde alla domanda: «Ma la tua vita non è noiosa?» iniziando col dire che lei stessa se l’è chiesto milioni di volte, prima di entrare in convento, e poi raccontando con entusiasmo la sua quotidianità di apostolato attivo. In un altro post, molto popolare su Instagram, la si vede, da lontano, mentre accenna una danza in un prato. «Mi sono innamorata». Di Gesù. E lo sono ancora», dicono la sua voce, gioiosa, e le scritte che compaiono in successione.

In una delle rare interviste, data nell’ottobre 2023 al “The Arlington Catholic Herald”, suor Bethany spiega che preferisce stare su TikTok perché lì «le catechesi sono assai poche», e perché i giovani che lo frequentano lasciano intendere che «Dio non è tanto aborrito quanto sconosciuto». Ritiene inoltre che l’evangelizzazione digitale riservi a lei e alle proprie consorelle paoline compiti ulteriori rispetto agli altri missionari e missionarie, come «insegnare alle persone in che modo usare i nuovi media» e «pregare per coloro che creano media cattivi», sicura che la presenza stessa di una suora sui social funzioni come un «controllo di coscienza».

Queste parole di suor Bethany ci dicono che la coloritura vocazionale assunta finora dai suoi post ha più a che fare con la sua esperienza personale di questi primi anni di vita in convento che con il suo modo di esprimere la missionarietà digitale. Il cui specifico è nel suo caso, e a differenza di altre religiose e religiosi altrettanto attivi sui social, fortemente inserito nel carisma della congregazione in cui ha scelto di rispondere alla propria chiamata.

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