Può sembrare improprio inserire in questa galleria di “missionari digitali” il ritratto di Luigi Accattoli: un giornalista religioso (un vaticanista, per intenderci), per di più di fama internazionale. Marchigiano, 80 anni compiuti, dalle pagine del “Corriere della Sera” ha raccontato la Chiesa di Roma con stile inconfondibile. Ha anche pubblicato molti libri ed è un generoso e ricercato conferenziere.
Quando, nel 2006, apre un blog personale (i social media, all’epoca, erano appena all’orizzonte), Accattoli è ancora nella redazione del “Corsera”, ma da più di una decina d’anni si è appassionato alla ricerca e alla narrazione di “fatti di Vangelo”. Come scrive nel post del 2009 «Che cosa cerco e come», intende con questo termine le «testimonianze più radicali e disinteressate, direttamente ispirate alle beatitudini e all’esempio di Gesù, o vissute in obbedienza alla comune vocazione umana». Considera tale attività complementare, se non alternativa, all’abituale narrazione dei “fatti di Vaticano” sulla carta stampata, e per portarla avanti immagina che un blog possa essere un ottimo strumento. Scrive infatti nella sezione destinata a raccogliere tali “fatti”: «È la pagina centrale in vista della quale il blog è stato avviato», invitando a mandare segnalazioni di gesti, figure, opere. Il progetto andrà in porto: grazie anche al blog, al libro omonimo del 1995 ne seguono altri tre (2011, 2012 e 2021, sulla pandemia).
Luigi Accattoli - .
Frattanto il blog di Accattoli vive molte stagioni. Trasportato dall’esperienza e dalla credibilità del suo autore (e da quel desiderio di scrivere che nei giornalisti non va mai in pensione), accompagnato da una community di lettori digitali (chiamata affettuosamente e ironicamente “il pianerottolo”) fedele, vivace e per certi tratti rissosa, sulle sue pagine finisce che i “fatti di Vaticano” prendano più spazio di quelli “di Vangelo”. Di conseguenza conosce ripetute riforme (talvolta per domare certi “leoni da tastiera”), l’affiancamento (recente) dei social e pacati annunci di riduzioni di attività, dettate anche dalla “ingravescente aetate”.
Nell’ultimo di questi annunci, coinciso con il compimento degli ottant’anni, Accattoli comunica ai «visitatori belli» che smette definitivamente «di fare il vaticanista», sul blog e su giornali e riviste (tranne la rubrica “Io non mi vergogno del Vangelo” che tiene su “Il Regno” dal 2000). Ma mantiene «il vasto programma di Pizza e Vangelo: conduco quella lettura della Bibbia da due decenni e ora la metto a mio impegno prioritario. Anche il blog, Instagram e Facebook li stringo a questi obiettivi». In effetti, sempre tra le pagine del blog si poteva leggere che questa del «gruppo biblico in cui prima si mangia una pizza e poi si legge il Vangelo», nato a dimensione familiare nel 2003, era la seconda preferita dall’autore, che la porta avanti con lo stesso stile affinato in cinquant’anni d’informazione religiosa. Anche se è solo dal 2019-2020 che assume un profilo prevalentemente digitale: prima viene la pubblicazione sul blog delle schede delle lectio, poi, causa pandemia, la possibilità di partecipare da remoto e infine quella di riascoltare, sempre attraverso il blog e i social, le registrazioni audio delle serate.
Accattoli avrà mai pensato a sé stesso come a un missionario, digitale o meno? Non credo, conoscendone la misura. Ma la parabola di un blog aperto per cercare fatti di Vangelo e infine dedicato a una lettura continuata del Vangelo stesso non può che rappresentare, per la missione digitale, un modello a cui guardare.